Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/07/2018, a pag.15 con il titolo "Senza elettricità, Internet e acqua. Rivolta sciita nel Sud del Paese" il servizio di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
L’Iraq ripiomba nel caos e questa volta a rivoltarsi sono le masse sciite del Sud, che alle ultime elezioni hanno votato in blocco per l’imam «populista» Moqtada al-Sadr. Le proteste sono cominciate a Bassora, con lo slogan «basta corruzione», alimentate dai continui black-out di elettricità e dai tagli all’acqua potabile. Un livello dei servizi di base vergognoso, soprattutto per un Paese che produce oltre quattro milioni di barili di petrolio al giorno e ha tutte le potenzialità per far parte della classe media mondiale. Le manifestazioni si sono trasformate in assalti agli edifici pubblici, saccheggi, palazzi incendiati.
Bassora, Iraq meridionale
Gli scontri più duri
Gli scontri più duri sono stati, nel weekend, a Bassora, Najaf e Karbala, la principale metropoli sciita e le due città sante dell’Iraq. Il premier Haider al-Abadi, colto di sorpresa, ha dovuto inviare ieri a Najaf la Golden Brigade, unità d’élite dell’esercito, protagonista della riconquista di Mosul. Fra sabato e domenica le forze di sicurezza hanno sparato sulla folla, anche se non ci sono conferme ufficiali. I morti sono almeno cinque, forse nove, a seconda delle fonti, decine i feriti. Più limitate le proteste nella capitale, dove il governo ha ancora una base di consenso fra i dipendenti pubblici.
In vigore il coprifuoco
In tutte le province del Sud è in vigore il coprifuoco, Internet è stato tagliato e funziona soltanto per pochi minuti al giorno, mentre l’aeroporto di Najaf è rimasto chiuso per tre giorni, dopo che venerdì la folla aveva preso d’assalto lo scalo. I manifestanti hanno attaccato e dato alle fiamme anche le sedi del Dawa, il principale partito politico sciita, quello Al-Abadi. Il premier, arrivato a Bassora per cercare di calmare la situazione, è dovuto rientrare di corsa a Baghdad, mentre la folla circondava il suo hotel. Ha accusato «il crimine organizzato» di essere dietro i disordini e ha promesso investimenti per tre miliardi di dollari nella provincia di Bassora.
Il premier «licenziato»
Il premier, dopo la sconfitta elettorale, è sempre meno legittimato, e le masse diseredate del Sud, con un tasso di disoccupazione giovanile del 45 per cento, ritengono di averlo «licenziato» con il voto del 12 maggio. Non è chiaro invece il ruolo di Al-Sadr.
Potrebbe sfruttare la rabbia popolare per sbloccare a suo favore l’impasse nella formazione del nuovo governo, dopo che ha conquistato la maggioranza relativa dei seggi. Oppure la situazione è sfuggita di mano pure a lui.
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