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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.07.2018 IC7 - Il commento di Daniele Scalise: Amici, nemici e impreparati
Dall'8 al 14 luglio 2018

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 luglio 2018
Pagina: 1
Autore: Daniele Scalise
Titolo: «IC7 - Il commento di Daniele Scalise: Amici, nemici e impreparati»

IC7 - Il commento di Daniele Scalise
Dall'8 al 14 luglio 2018

Amici, nemici e impreparati

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Nel riquadro grande, quello che accade in Israele
Nel riquadro piccolo, quello che i media mostrano


Parlare di Israele suscita almeno tre tipi di reazione: una di autentica e spontanea simpatia, una di più o meno feroce inimicizia che sappiamo essere la forma contemporanea dell’antisemitismo e un terza composta da disinteresse misto ad autentica ignoranza. Su Informazione Corretta sappiamo di essere in territorio amico. Condividiamo, sia pure con sfumature che a volte si accendono di colorazioni più forti, elementi di base: il diritto di Israele a vivere e di vivere in confini sicuri, il diritto di difendersi, il riconoscere in Israele una democrazia autentica sia pur imperfetta come del resto lo sono tutte le democrazie, la convinzione che si tratti di una società complessa che aspira alla pace ma che non è nient’affatto disposta a immolarsi e che incontra una costante ostilità non solo da parte del mondo musulmano e arabo ma anche di quello occidentale che pur dovrebbe essere suo genuino e naturale alleato. Ogni tanto litighiamo tra noi ma nella sostanza ci sentiamo parte di una comunità – a prescindere dall’appartenenza religiosa o dalle convinzioni politiche personali – che aderisce a principi fondamentali e non negoziabili. Di fronte al ‘nemico’ la situazione si fa più complessa anche perché le forme di antisemitismo spaziano da un esplicito odio distruttivo a una magari più elegante – ma pur sempre insidiosa – aggressività distorsiva.

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E’ il caso di tanti intellettuali che si autodefiniscono progressisti e a cui basta un accenno ad Israele per irrigidirsi sulla sedia, assumere un tono compunto e strizzare gli occhi con dispetto. Qualcuno azzarda commenti sfuggenti e vili, altri si lanciano in allusioni di evidente marca razzista, altri ancora si esercitano in insulti che non rivolgerebbero mai ad alcuna delle crudeli dittature che abitano il mondo. Sono rumorosi, prepotenti, di una violenza coltivata ed esibita con compiacimento e basta sentirli parlare per provare un irrefrenabile senso di nausea. Vi è poi coloro i quali – e credo siano la maggioranza – che sono distinti da inconsapevolezza e ignoranza. E lo dico senza che questo suoni a giustificazione. Resta il fatto che negli anni ho incontrato molta gente per bene (davvero per bene) eppure confusa e portata a ripetere di non sapere chi abbia torto o ragione senza farsi mancare un doveroso sguardo compassionevole nei confronti dei ‘poveri palestinesi’. Gli è che gli ignoranti – intesi in senso letterale – si accontentano di quel che passa il main stream informativo che s’addiziona a un antico pregiudizio antisemita. Invece di essere informati dai media con un racconto onesto si abbeverano – per abitudine e pigrizia - a quei pozzi avvelenati, ragion per cui seguono un telegiornale o leggono un giornale o un sito e ritrovano scenari equivoci, descrizioni parziali, confusioni e omissioni quando non vere e proprie menzogne.

Un esempio per tutti è la recente vicenda di Gaza e della cosiddetta protesta palestinese. Quasi nessun giornalista o commentatore (con rare quanto apprezzabili eccezioni) spiegava quel che succedeva e le notizie arrivavano talmente manipolate da far apparire l’esercito israeliano esecutore crudele di innocenti manifestanti che si presentavano a mani nude e ispirati da ideali gandhiani. Gli ignoranti/inconsapevoli sono stati avvelenati. In qualcuno di loro leggi un vago disagio perché vi è chi intuisce la presenza di qualcosa di storto e malato in quell’alluvione di distorta informazione. Quel che è scandaloso è che per di più viene loro sottratto un sacrosanto diritto, che è appunto quello di essere informati. Bene informati. Tutto questo per dire: che possiamo fare? Con gli amici possiamo anche discutere animatamente. Con i nemici possiamo - e dobbiamo - ribattere colpo su colpo, snudando le menzogne quotidiane e impedendo che la loro reiterazione si trasformi in verità inossidabile. Ma con gli impreparati? Con gli ignoranti? Istituiamo corsi accelerati di educazione storica e civile? Io continuo a credere che uno dei modi più efficaci per la barriera dell’indifferenza, della passività e della permeabilità ai veleni antisemiti è convincere le persone a recarsi in Israele per la semplice ragione che Israele è di per sé la migliore e più convincente risposta alle menzogne e alle diffamazioni. Israele è la risposta per la semplice ragione che la realtà è più potente di qualsiasi telegiornale o gazzetta o sito o comizietto che dir si voglia.


Daniele Scalise


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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