Siria: continua l'avanzata di Assad Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 13 luglio 2018 Pagina: 19 Autore: Giordano Stabile Titolo: «La rivincita di Assad: presa la città della rivolta»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 13/07/2018, a pag.19 con il titolo "La rivincita di Assad: presa la città della rivolta" il servizio di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Le bandiere di Bashar al-Assad sono tornate a sventolare a Daraa, sulla piazza davanti alla moschea Al-Omari dove più di sette anni fa, il 15 marzo del 2011, erano cominciate le prime manifestazioni di massa contro il regime. Funzionari governativi accompagnati dalla polizia militare russa sono entrati ieri nella parte meridionale della città, dopo un accordo di «riconciliazione» con i ribelli dell’Esercito libero siriano. Una gru ha eretto un grande asta per far sventolare, dopo sette anni, il vessillo nazionale, quello con due stelle verdi. Daraa è stata una delle prime città a finire sotto il controllo degli insorti, anche la parte settentrionale è rimasta sempre con i governativi. Era considerata «la culla della rivoluzione» e la sua riconquista è strategica e simbolica, e segna, se non la fine, l’inizio della fine di una guerra civile che ha fatto almeno 400 mila morti.
L’offensiva dell’esercito Dopo la caduta della Ghoutha orientale, l’esercito governativo ha lanciato un’offensiva che ha portato nel giro di sole tre settimane alla conquista del confine con la Giordania e all’accerchiamento dei ribelli, ormai senza via di scampo. Circa duemila combattenti, con le famiglie, rimangono in città. Nei prossimi giorni consegneranno le armi ai russi. Quelli che non si vogliono «riconciliare» saranno trasferiti verso Ovest, nella provincia di Quneitra, al confine con le Alture del Golan, dove resistono ancora alcuni gruppi jihadisti, come Hayat al-Tahrir al-Sham e una formazione che ha giurato fedeltà all’Isis.
Sono le ultime battute della «battaglia per il Sud-Ovest» ma altre migliaia di sfollati si sono ammassati vicino alla recinzione che separa il territorio siriano dalla zona controllata da Israele. Lo Stato ebraico ha rafforzato le difese sul Golan e si aspetta che il regime riprenda tutti i territori «in poche settimane». L’esercito ha inviato nuove unità corazzate e di artiglieria ma anche mezzi per assistere gli sfollati, ai quali vengono distribuiti cibo, tende e in alcuni casi cure mediche. I profughi che si erano accampati vicino al confine con la Giordania sono invece tornati a casa nella quasi totalità. Damasco guarda già avanti. Il regime si aspetta un risultato soddisfacente dal vertice di lunedì fra Donald Trump e Vladimir Putin. Le milizie sciite addestrate dall’Iran sono state tenute fuori dall’offensiva e si ritireranno probabilmente fuori dalla fascia cuscinetto profonda 80 chilometri chiesta da Israele. Ieri lo stesso premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di «non avere problemi con il regime di Assad» ma soltanto con la presenza iraniana.
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