Riprendiamo dalla STAMPA - TORINO di oggi, 12/07/2017, a pag. 46, con i titoli 'Siamo sdegnati, indispensabile un chiarimento della sindaca', 'Così si rischia di legittimare l'antisemitismo', due servizi di Fabrizio Assandri.
Fabrizio Assandri
'Siamo sdegnati, indispensabile un chiarimento della sindaca'
Noemi Di Segni, Dario Disegni
«Sdegno». «Narrazione partigiana e lacunosa». È dura la condanna della Comunità ebraica di Torino e dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, in una lettera alla sindaca Chiara Appendino e firmata da Noemi Di Segni e Dario Disegni, rispettivamente presidente dell’Ucei e presidente della Comunità ebraica torinese. La mozione della Sala Rossa, proposta dalla consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio e della 5Stelle Daniela Albano, è stata approvata, ma il Pd e la sindaca non hanno partecipato al voto. Il documento chiede l’embargo militare e che «la comunità internazionale si adoperi per far assumere a Israele le sue responsabilità in quanto paese occupante per il trattamento dei civili».
«Non possiamo che esprimere il nostro sdegno», scrive Disegni alla sindaca, a cui la comunità ebraica chiede un incontro «per un indispensabile chiarimento». La lettera ricorda che «il quadro mediorientale è complesso e articolato e non può essere riassunto in una narrazione partigiana e lacunosa, e su presupposti che non corrispondono minimamente alla realtà dei fatti che, se correttamente narrati, evidenzierebbero non solo gli attacchi subiti dalle cittadine israeliane, ma anche il vero dolore e profondo sfruttamento del popolo palestinese a opera di Hamas». La comunità ebraica esprime «profonda preoccupazione per il clima pregiudizialmente ostile a Israele, pur nel più che legittimo confronto di opinioni sulla politica del governo del medesimo».
All’iniziativa ufficiale della Comunità Ebraica si aggiunge una lettera aperta - che ha già raccolto centinaia di firme - rivolta alla sindaca e promossa da Emanuel Segre Amar, del gruppo sionistico piemontese, e dal docente universitario Ugo Volli. Smonta punto su punto la mozione del Comune, un «testo indegno, zeppo di menzogne»: non è vero che le proteste fossero pacifiche, «che l’uso della forza sia stato “smisurato”», che Israele «sia “paese occupante” di Gaza, da cui si è ritirato volontariamente 10 anni fa». Il documento, che parla di bugie e omissioni e attacca anche i consiglieri Pd usciti dall’aula invece di votare contro, ritiene che il Comune «abbia approvato una mozione sconsiderata di sostegno a una forza terrorista. Questa presa di posizione, irrilevante sul piano pratico, è una vergogna per una città medaglia d’oro della Resistenza e un insulto agli ebrei. Sindaca, si dissoci pubblicamente».
'Così si rischia di legittimare l'antisemitismo'
Fabrizio Ricca
«Attenzione, così le istituzioni rischiano di scivolare nell’antisemitismo». È l’allarme lanciato dal leghista Fabrizio Ricca, l’unico consigliere del Comune ad aver votato contro la mozione, approvata lunedì in Consiglio comunale, con cui Palazzo Civico si è schierato contro Israele, le sue «politiche di occupazione» e «il blocco illegale della striscia di Gaza», la «durissima repressione» delle «proteste pacifiche della popolazione palestinese».
Non condivide queste critiche all’azione di Israele?
«Qui non si tratta di critiche, quelle sarebbero legittime se entrassero davvero nel merito e non si basassero su illazioni. Quello approvato dalla Sala Rossa è un documento pieno di errori e stupidaggini, in cui non sono riportate fonti».
A cosa si riferisce?
«Non si può parlare di proteste pacifiche, quando erano manifestazioni organizzate da Hamas, considerata terrorista dall’Unione Europea, la “popolazione civile” uccisa erano militanti di Hamas per stessa ammissione di quest’ultima. Poi il Comune non ha alcun titolo per discutere del conflitto israelo-palestinese, quella mozione è carta-straccia, però dà un brutto segnale».
Se su questi temi il Comune non conta, perché ha proposto in passato una mozione che chiede il gemellaggio di Torino e Gerusalemme?
«Il gemellaggio è una cosa diversa, e poi Gerusalemme è la città del dialogo, della condivisione, delle tre fedi, ed è la capitale dell’unico stato democratico del Medio Oriente. La mia mozione non è mai stata approvata».
Però scusi, la Lega governa a livello nazionale con il Movimento 5 Stelle, che a Torino ha promosso il documento anti Israele, per lei non è una contraddizione?
«Mi preoccupa. A livello nazionale la posizione dei 5 Stelle è ambigua, quella della Lega è chiarissima: Salvini ha anche incontrato l’ambasciatore israeliano con il ministro degli esteri Moavero Milanesi. Quest’ultimo è una persona molto equilibrata, mentre i 5 Stelle non sembrano molto evoluti in politica estera. Mi conforta che il patto di governo non parli di Israele».
Ma non teme che il governo si spacchi su questi temi?
«Fosse per me, sposterei l’ambasciata a Gerusalemme come ha fatto Trump. So che non accadrà con questo governo, ma non si faranno nemmeno passi indietro contro Israele».
Come giudica la decisione del Comune?
«A Torino abbiamo avuto il caso dei convegni all’università che, con la scusa dell’antisionismo finivano per essere antisemiti. Con la sua iniziativa, il Comune rischia di fare da apripista, con argomentazioni ciucche, a un nuovo antisemitismo».
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