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La Stampa Rassegna Stampa
11.07.2018 Donald Trump a Bruxelles per il vertice Nato
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 11 luglio 2018
Pagina: 15
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «La battaglia di Trump: 'Noi paghiamo la Nato e la Ue limita gli affari'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/07/2018, a pag. 15 con il titolo "La battaglia di Trump: 'Noi paghiamo la Nato e la Ue limita gli affari' ", la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli


Donald Trump

Se fossero rimasti ancora dei dubbi, partendo da Washington il presidente Trump ha confermato quale sarà il suo obiettivo principale durante il vertice Nato in programma oggi e domani a Bruxelles: i soldi. Non solo quelli che gli alleati non hanno pagato all’Alleanza negli anni, mancando di rispettare l’impegno ad investire nella difesa comune il 2% del Pil, ma anche quelli che l’Europa avrebbe sottratto approfittandosi della generosità americana nei commerci. Così il capo della Casa Bianca ha alimentato i timori di ripetere gli attriti del G7, trasformando l’appuntamento con gli alleati storici degli Stati Uniti in una sfida più controversa del bilaterale con il collega russo Putin che lo aspetta il 16 luglio ad Helsinki.

Trump ha usato Twitter per chiarire il suo pensiero, prima ancora di decollare: «Mi sto preparando a partire per l’Europa. Primo incontro, Nato. Gli Usa stanno spendendo molto più di ogni altro paese per proteggerli. Non è giusto verso i contribuenti americani. E oltre a questo, noi perdiamo 151 miliardi di dollari nei commerci con l’Unione europea. Ci impone grandi tariffe e barriere!».
Così ha unito il dossier difesa a quello degli scambi, con un chiaro occhi ai suoi elettori, privilegiati rispetto alle esigenze geopolitiche. Quindi ha aggiunto: «I paesi Nato devono pagare di più, gli Stati Uniti di meno. Molto ingiusto». Poi ha concluso: «Molti paesi Nato, che noi siamo tenuti a difendere, non solo non rispettano l’attuale impegno del 2% (che è basso), ma sono anche in arretrato per molti anni di pagamenti non fatti. Rimborseranno gli Usa?». Nei giorni scorsi aveva ventilato l’ipotesi di punire la Germania, ritirando o riassegnando i 35.000 soldati americani schierati sul suo territorio.

Botta e risposta
Il presidente del Consiglio europeo, Tusk, gli ha risposto così:«Cara America, apprezza i tuoi alleati. Dopo tutto, non ne hai così tanti». Una provocazione, a cui Trump ha replicato mentre si imbarcava per Bruxelles: «Abbiamo un sacco di alleati, ma non possiamo lasciare che si approfittino di noi». Tutto sembra pronto, insomma, per lo scontro che tutti vorrebbero evitare.
Sul piano numerico Trump ha ragione, e anche Obama si era lamentato degli scrocconi. Gli Usa pagano il 68,7% delle spese Nato, e investono il 3,57% del Pil nella difesa. Però la sua ambasciatrice presso l’Alleanza, Kay Bailey Hutchison, ha notato che le cose stanno cambiando, e nel 2018 tutti i membri investiranno di più, aumentando le spese complessive della Nato del 3,8%.

Quando Donald era entrato alla Casa Bianca, solo quattro paesi, Usa, Gran Bretagna, Estonia e Grecia, rispettavano l’impegno preso nel 2014 in Galles di destinare il 2% del Pil alla protezione reciproca. Ora anche Polonia, Lituania, Lettonia e Romania sono vicine, e due terzi dei membri ci arriveranno entro il 2024. Il problema è anche come vengono spesi i soldi. La Grecia investe il 2,3%, ma la maggior parte delle risorse sono utilizzate per pagare le pensioni dei veterani o la protezione della Turchia, alleato Nato. L’Italia non investe il 2%, ma chiede che il suo impegno nelle missioni internazionali, tra Mediterraneo, Libano, Iraq e Afghanistan sia conteggiato. Nella sua lettera al premier Conte, Trump ha tenuto conto di questo aspetto, ma proprio la volontà di ritirarci da Kabul, e magari ridurre il contributo annuale di 120 milioni alla missione, potrebbe provocare attriti. Il problema però non è solo nei numeri. La generosità ha assicurato agli Usa alleanze che li hanno favoriti tanto sul piano strategico, quanto su quello militare. La linea di Trump sta incrinando questi rapporti, al punto che lui stesso ha detto di aspettarsi che l’incontro con Putin sarà più facile di quello con i vecchi amici europei.

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