Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/07/2017, a pag. 17, con il titolo "Balla senza velo per i fan Maedeh l’iraniana costretta a scusarsi in tv", la cronaca di Andrea Nicastro.
L'Iran è il Paese in cui andò Gianni Vattimo, il filosofo che 10 anni fa consigliò di leggere i "Protocolli dei Savi di Sion" per partecipare poi al 'Festilval della Filosofia a Teheran" - uno dei pochi intellettuali europei ad avere accettato- ad elogiare la tirannia degli ayatollah e demonizzare la democrazia israeliana. E' lo stesso Paese che calpesta quotidianamente i più elementari diritti civili e umani. Per saperne di più su Vattimo, scrivere il suo nome nella finestra in home page in alto a destra.
Ecco la vera faccia dell'Iran:
Ecco l'articolo:
Andrea Nicastro
Rossetto cremisi e ombelico a vista, la diciottenne ancheggia e strizza l’occhio davanti al telefonino piazzato in un angolo della cameretta. Ci sa fare e il suo ballo postato su Instagram fa il pieno di clic. Non è la prima volta. La ragazza lavora da mesi per aumentare i follower ballando da sola su ritmi da tutto il mondo. D’altra parte studia ginnastica e, a giudicare dai video, anche danza. Ha già postato 300 esibizioni che sono rimbalzate su vari profili a suo nome così da raggiungere la bella cifra di 66mila follower. Ormai si può considerare una micro influencer. Sempre che i genitori approvino, una qualsiasi adolescente aspirante ballerina potrebbe esserne orgogliosa. Non Maedeh Hojabri. Lei è iraniana e la sua danza sexy «ha infranto la legge che impone alle donne un comportamento e un abbigliamento in linea con le norme morali dettate dal Corano».
Maedeh Hojabri
Così, invece di una proposta per ospitare un’inserzione pubblicitaria, a casa di Maedeh è arrivata la polizia. Non esiste extraterritorialità per Instagram. O meglio, visto che gli iraniani sono abilissimi a superare i filtri della Repubblica islamica, il web è di fatto quasi libero, ma le persone che vi compaiono no. La giovane ballerina è stata arrestata e liberata su cauzione, non prima però di aver confessato in tv le sue colpe. «Non mi rendevo conto di violare la moralità, non volevo farlo. Ballavo solo per aumentare i follower». La gogna pubblica era, probabilmente, tra le condizioni per la scarcerazione. Ora i profili della ragazza sono bloccati. Che l’avrebbero prima o poi fermata era ovvio. Se per legge devi coprirti i capelli quando esci di casa perché mai potresti ondeggiare come una ballerina del ventre su Instagram? Sorprende piuttosto che la «buon costume» abbia impiegato tanto tempo a scoprire la pericolosa peccatrice. Forse gli algoritmi della polizia sono gli stessi che usa Google e scattano per gli sconosciuti solo sopra un certo livello di traffico. È stato il successo a tradire Maedeh. Campagne di «moralizzazione» sono ricorrenti in Iran. Per scherzo, ma non troppo, si misurano i centimetri di capelli che le ragazze lasciano fuori dal velo per dedurne lo stato degli equilibri interni al regime: tante più sono le ciocche a vista tanto più forti sono i «riformisti», tanti più i raid punitivi contro le giovani «poco velate» tanto più influenti sono i «conservatori». Dall’elezione a presidente di Hassan Rouhani il velo era generalmente arretrato verso la nuca senza scatenare manganellate o insulti. Ora che Rouhani è in difficoltà per la disdetta dell’accordo nucleare da parte di Donald Trump, tanti si aspettavano anche maggiori controlli «morali». Il presidente iraniano ha chiesto all’Ue di mantenere vivo l’accordo che prevede aperture commerciali in cambio dello stop all’arricchimento dell’uranio. Venerdì al telefono con la cancelliera tedesca Angela Merkel ha giudicato «deludente» il pacchetto economico dell’Ue, ma il dialogo non è chiuso. Troppo poco e, comunque troppo tardi, per salvare la carriera on line di Maedeh.
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