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La Stampa Rassegna Stampa
02.07.2018 Turchia in Europa ! Ricordiamoci gli 'esperti' dell'islam che lo invocavano a gran voce
Cronaca di Marta Ottaviani

Testata: La Stampa
Data: 02 luglio 2018
Pagina: 14
Autore: Marta Ottaviani
Titolo: «Gay Pride vietato, la polizia spara lacrimogeni sui partecipanti»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/07/2018, a pag.14 con il titolo " Gay Pride vietato, la polizia spara lacrimogeni sui partecipanti " la cronaca di Marta Ottaviani

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Polizia contro Gay Pride a Istanbul

Turchia in Europa ! Turchia in Europa ! Ecco il ponte verso l'islam moderato ! Un errore non accogliere la Turchia ! Curioso, da un po' di tempo non si sentono più le voci dei nostri esperti di islam - politici e giornalisti - che lo invocavano un giorno sì e l'altro pure. Poche le voci, isolate, come la nostra, eppure non era difficile interpretazione la politica islamista del regime di Erdogan.
Ora tacciono, anche se dovrebbero chiedere scusa per l'arrogante ignoranza in fatto di islam dimostrata.

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Marta Ottaviani

A Istanbul il Gay Pride è finito nella violenza, con la polizia che usato i gas lacrimogeni e i proiettili di plastica per disperdere i manifestanti che si erano radunati nel centro della città. Come negli anni precedenti, la prefettura della megalopoli sul Bosforo due giorni fa aveva deciso di non dare l’autorizzazione alla marcia. Questo ha provocato la reazione della comunità Lgbt, che considera il divieto non una precauzione, ma vera e propria una presa di posizione ideologica del governo di Ankara e del presidente Recep Tayyip Erdogan, che più di una votla è stato autore di frasi infelici sugli omosessuali. Per questo gli organizzatori del Pride di Istanbul avevano fatto sapere che la manifestazione ci sarebbe stata comunque, invitando la cittadinanza a partecipare. Decine di blindati della polizia e delle forze speciali hanno iniziato a isolare la zona fin dalla prima mattina. Ma questo non ha fermato migliaia di persone, non solo della comunità Lgbt, ma anche della società civile, sempre più contrariata dalla virata autoritaria e conservatrice nei costumi presa dal Paese. «Burdayiz, alisin, gitmiyoruz», siamo qui, abituatevi, non ce ne andiamo, recitava un grande striscione alla testa del corteo, mentre centinaia di persone sostenevano una gigantesca bandiera arcobaleno. Molti slogan erano diretti contro l’intolleranza e il sentimento religioso in aumento e contro il presidente Erdogan che più di una volta ha invitato le donne a fare almeno tre figli. A una delegazione di circa 100 persone è stato permesso di leggere una dichiarazione per la stampa. Fra questi c’era anche Ahmet Sik, giornalista, eletto la settimana scorsa in Parlamento nelle schiere dell’Hdp, il partito curdo. Nonostante la presenza di un deputato, la polizia ha attaccato brutalmente il corteo, disperdendolo e inseguendo i gruppi di manifestanti fino al quartiere di Tarlabasi, distante poche decine di metri dall’Istiklal Caddesi, il viale pedonale per eccellenza di Istanbul. L’omosessualità in Turchia non è considerata un reato, ma molte associazioni denunciano un peggioramento delle condizioni di omosessuali e transessuali, un incremento degli episodi di intolleranza e una mancanza totale di azione da parte del governo per porre rimedio alla situazione. L’edizione più seguita del Gay Pride si è tenuta nel 2014, quando 100mila persone scesero in piazza. Da quel momento, la manifestazione è stata vietata, in due casi anche per la concomitanza del Ramadan, il mese sacro del digiuno musulmano.

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