Riprendiamo da SHALOM giugno-luglio 2018, a pag.13, con il titolo "Quando la realtà supera la fantasia" il commento di Giacomo Khan
Giacomo Khan
Quando la realtà supera la fantasia Successo mondiale per le serie televisive israeliane. La ragione è semplice: Hatufim”, “Fauda” e “False Flag” raccontano le operazioni del Mossad e dello Shin Bet Non c’è telespettatore al mondo che non sappia o non abbia visto almeno una puntata di “Homeland” (nella versione originale “Hatufim”, “Prigionieri di guerra”), o “Fauda” o “False Flag”. Sono alcune serie televisive prodotte in Israele che sono riuscite ad incollare centinaia di milioni di spettatori davanti ai teleschermi. Come hanno fatto ? La risposta è apparentemente semplice: azioni mozziafiato, adrenalina, suspance e amori e passionalità, anche fuori dalle regole. Apparentemente viene da pensare che ci vuole molta fantasia e che gli autori devono fare uno sforzo sovrumano per scrivere storie che sembrano impossibili. E invece la fantasia non c’entra nulla, anzi è la realtà quella da cui si prende spunto, sono le storie (con i loro successi ma anche con clamorosi errori) di alcune operazioni del Mossad e dello Shin Bet. L'esordio israeliano sul mercato televisivo internazionale è avvenuto raccontando uno dei grandi incubi di Israele: il sequestro e la prigionia dei suoi soldati. Tra il 2010 e il 2012, quando "Hatufim" lasciava incollati allo schermo gli israeliani, il paese stava vivendo un dramma che ha toccato tutte le famiglie in una nazione in cui il servizio militare coinvolge tutti, sia uomini che donne: il caporale Gilad Shalit era stato rapito nel 2006 lungo la barriera che separa Israele dalla Striscia di Gaza, e soltanto nel 2011, nel quadro di uno scambio di prigionieri con Hamas, il ragazzo è tornato a casa. Sono passati anni dalla serie ‘Hatufim’ ma l'agente della Cia Carrie Mathison, in "Homeland", è sempre attivo e le sue avventure sono ora arrivate ormai alla settima stagione. Poi è stata prodotto la serie ‘Fauda’ (‘Caos’ in arabo): è la storia di alcuni membri delle unità speciali Mista'arvim, agenti addestrati per infiltrarsi nei territori palestinesi per prevenire attentati e arrestare i terroristi. Comprata da Netlifx, ‘Fauda’ è subito diventata un successo mondiale (è già iniziata la seconda serie) con le avventure del comandante Doron e della sua squadra, i cui membri parlano perfettamente arabo e fingono di essere palestinesi, per neutralizzare i membri di Hamas. Su una storia altrettanto vera di spie e operazioni segrete è basato anche il copione di "False Flag", che nel gergo delle intelligence, è un'operazione segreta portata a termine e siglata sotto un'altra bandiera, per confondere e attribuire a un'altra nazione le colpe. La serie racconta la storia di cinque (apparentemente) comuni cittadini israeliani che si svegliano una mattina con la fotografia dei loro passaporti sugli schermi delle televisioni di tutto il mondo, in seguito al rapimento di un ministro iraniano a Mosca. La fiction trae origine da un fatto reale: nel 2010, in un hotel di Dubai, fu assassinato Mahmoud al Mabhouh, comandante delle Brigate Izz ad Din al Qassam, braccio armato di Hamas. La polizia degli Emirati accusò il Mossad, e pubblicò le fotografie di passaporti europei e australiani utilizzati da chi aveva condotto l'operazione. Cosa ci aspetta la prossima stagione televisiva ? A breve arriverà sui nostri schermi un film incentrato su una particolarissima operazione del Mossad negli anni ‘80. Si tratta di ‘Red Sea Diving Resort’ (con protagonisti Chris Evans e Ben Kingsley) che racconta la storia vera dell’operazione di salvataggio degli ebrei etiopi dal Sudan in Israele: il villaggio vacanze servì da copertura per i servizi segreti israeliani, i cui agenti si infiltrarono come animatori, istruttori di sub e wind-surf, cuochi, camerieri e turisti veri per portare a termine la missione di salvare gli ebrei sudanesi, trasferendoli prima via terra e poi via mare verso Israele. E già si annuncia una nuova serie veramente al cardiopalma: raccontare del raid del Mossad a Teheran - svelato dal premier Benjamin Netanyahu e definito "uno dei più grandi risultati dell'intelligence israeliana" – che ha trasferito in Israele mezza tonnellata di documenti sul nucleare rubati agli ayatollah a Teheran. Se gli americani hanno Hollywood per far sognare gli spettatori, gli israeliani hanno il Mossad per incollarli al teleschermo.
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