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Avvenire Rassegna Stampa
29.06.2018 Quando si tratta di massacri inter-islamici il tono è molto pacato
E' la linea del quotidiano cattolico

Testata: Avvenire
Data: 29 giugno 2018
Pagina: 22
Autore: Redazionale
Titolo: «Siria. Raid aerei su Daraa: almeno 46 i civili uccisi»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 29/06/2018, a pag.22, con il titolo "Siria. Raid aerei su Daraa: almeno 46 i civili uccisi" un redazionale che non consentoal lettore di capire quel che sta avvenendo in Siria. Troppo generica la definizione di 'ribelli', contro chi e per che cosa? Riferire che in Siria esiste un Osservatorio per i diritti umani induce chi legge a capire ancor meno il massacro che avviene in quel paese, altrochè diritti umani! Neanche un cenno alla presenza di milizie straniere alleate con Assad, iraniane e russe, anche i traffici di armi di Hezbollah e Hamas sono ignorati. Così come la minaccia a Israele, dove il Golan confina con la Siria.

Per avere informazioni sull'intera vicenda, aprire la pagina di Vito Anav su IC di oggi.

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DAMASCO- Sono 46 i civili che hanno perso la vita, tra cui anche bambini, nei raid aerei condotti da ieri sulle zone della provincia di Dama, nella Siria sudoccidentale, in mano ai ribelli. Lo denunciano gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. La provincia di Dama è teatro da giorni di un'offensiva militare lanciata dal regime di Damasco con il sostegno dei caccia messi a disposizione degli alleati russi tanto che l'Onu ha sospeso i convogli umanitari dalla Giordania. Una scuola supportata da Save the Children, a Daraa, e frequentata da circa 500 studenti è stata gravemente danneggiata in un attacco aereo avvenuto poche ore dopo che le lezioni erano state sospese per motivi di sicurezza. Anche un'altra scuola, gestita da Olive Branch, è stata colpita da un attacco aereo e una guardia accorsa per controllare la struttura è morta in seguito alle ferite riportate nell'attacco stesso. Save the Children ricorda come questa settimana anche un'aula allestita in una tenda da Olive Branch «è stata distrutta durante il bombardamento che ha colpito un campo di sfollati, e la popolazione è stata costretta a fuggire di nuovo»

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lettere@avvenire.it

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