Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/06/2018, a pag.16, con il titolo "Insulti e botte: quindicenne vittima dei bulli antisemiti" la cronaca di Walter Rauhe
Walter Rauhe
Il Liceo Kennedy non meriterebbe una denuncia?
Gli appiccicavano adesivi con la svastica sulla schiena, gli soffiavano il fumo delle sigarette in faccia dicendo che, almeno così si sarebbe ricordato «dei suoi antenati morti nelle camere a gas». Nel cortile della scuola lo accerchiavano per poi spintonarlo, dargli delle sberle e insultarlo dicendogli «sporco ebreo». La vittima, un giovane studente di 15 anni che frequentava il liceo d'élite berlinese John F. Kennedy. Quello venuto alla luce solo ieriè un classico caso dibullismo a sfondo antisemita. Solo che questa volta non si è verificato come così spesso in una scuola di periferia o in un quartiere abitato prevalentemente da immigrati, bensì nel distretto berlinese di Zehlendorf, il quartiere «bene» della capitale tedesca dove abitano le famiglie dei diplomatici, gli imprenditori e le persone che contano. Lo stesso vale per l'istituto scolastico John F. Kennedy, una scuola modello con alle spalle una lunga tradizione liberale e un programma pedagogico ambizioso. A frequentare la scuola, fondata dalle forze d'occupazione americane nell'immediato dopoguerra, sono i giovani rampolli della Berlino che conta. Per metà studenti di madre lingua inglese (statunitensi, britannici, australiani) e per l'altra metà da giovani di nazionalità tedesca. Che un episodio del genere, protrattosi per mesi e mesi senza che nessuno se ne accorgesse, si sia verificato proprio qui scuote da giorni l'opinione pubblica tedesca. I genitori della vittima di bullismo a sfondo antisemita, dopo aver denunciato il caso alla direzione dell'istituto, hanno ritirato il ragazzo dalla scuola e sono intenzionati ora ad iscriverlo in un liceo privato ebraico. Ma è davvero questa l'unica alternativa possibile per gli studenti di fede ebraica che non vogliono subire le offese quotidiane da parte dei loro compagni? Sembra proprio di sì, a giudicare dal ripetersi di casi analoghi all'interno degli istituti scolastici tedeschi. Lo scorso mese di marzo aveva suscitato molto scalpore il caso di una bambina di 8 anni presa in giro per mesi dai suoi compagni di classe prevalentemente di fede islamica in una scuola elementare di Berlino. In quel caso venne puntato il dito contro le famiglie islamiche di origine araba accusate di trasmettere ai loro figli la loro avversione nei confronti dello stato israeliano e di tutti gli ebrei. In questo caso tuttavia i responsabili del mobbing antisemita sono ragazzi provenienti da famiglie benestanti e colte, di nazionalità tedesca, americana o britannica.
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