Il profumo dell’Eden
Matteo Corradini
Giuntina euro 12
“Il giardino chiamato Eden è una immagine ricorrente nei brani del Talmud, dei midrashim e dello Zohar. L’Eden è luogo di bellezza, dimora di splendore sublimato e abitazione di ogni bene…un luogo ricco di profumi dolci e gradevoli emanati da ogni albero, da ogni pianta e dai fiori: una fragranza costante nell’aria che completa i colori e le forme, e condivide la bellezza del giardino coinvolgendo tutti i sensi”
Con i sensi allertati già dal titolo il lettore affronta con innegabile curiosità l’ultimo saggio di Matteo Corradini, “Il profumo dell’Eden” (Giuntina) e intraprende un percorso di conoscenza attraverso spezie rare, incensi e oggetti sacri per approfondire la storia degli odori e dei profumi nella mistica e nelle tradizioni ebraiche. Tutto è ispirato da un oggetto dal nome “besamim” che fa la sua comparsa già nell’introduzione. Cosa sono i besamim? “Sono portaspezie contenenti incenso – spiega Corradini – che vengono utilizzati nel rito ebraico della Havdalà che chiude lo Shabbat e accompagnano l’anima, il giorno della festa del Sabato, che si distacca dal mondo e risale”. I besamim hanno spesso la forma di torre ma il motivo di quella forma è un mistero.
Cosa c’entra il profumo con la torre? Due simboli, torre e profumo, compaiono nello stesso oggetto rituale, utilizzato nel momento in cui lo spirito dello Shabbat abbandona il mondo. Cosa hanno a che fare con la Shekinà, la presenza divina nel mondo? Partendo da quell’oggetto Corradini ripercorre la mistica ebraica in lungo e in largo e lo fa più col naso che con gli occhi in un viaggio che racconta situazioni e realtà molto diverse: le tentazioni dello speziale, il significato del sale, gli scrigni appartenuti a re Salomone, la regina di Saba e le sue nozze, i vestiti profumati di Adamo, l’albero della vita, i patriarchi e le spezie, citando brani della Bibbia e del Talmud. L’autore si sofferma anche sulla consuetudine che accomuna ebrei e cristiani di bruciare l’incenso (questi ultimi nel turibolo, non troppo dissimile dal besamim) per elevare preghiere a Dio in particolari riti e cerimonie religiose. Conosciuto come ebraista Matteo Corradini è uno scrittore che ha dedicato i suoi studi alla mistica ebraica e alla Shoah curando nel 2017 la nuova edizione italiana del Diario di Anna Frank e nel 2018 le memorie di Inge Auerbach, ebrea sopravvissuta al ghetto di Terezin. In particolare, i suoi studi sul campo di concentramento di Terezin lo hanno portato a recuperare strumenti musicali e oggetti e a fondare nel 2013 e nel 2015 due formazioni musicali che eseguono partiture composte a Terezin , suonando strumenti originali dell’epoca.
Apprezzato per le sue capacità divulgative (i suoi romanzi pubblicati in Italia, Germania e Stati Uniti sono rivolti in particolare ai giovani), Corradini ha vinto nel 2018 il Premio Andersen come “Protagonista della cultura per l’infanzia”. Il suo ultimo saggio “Il profumo dell’Eden”, accurato sotto il profilo storico e documentale, è un’occasione imperdibile per un viaggio “olfattivo” per comprendere il significato più profondo delle essenze, delle fragranze, degli aromi, citati nella Bibbia e nei riti sacri di ebrei e cristiani.
Giorgia Greco