Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/06/2018, a pag. III, con il titolo "Accostare migranti e Shoah è vergognoso" l'analisi tratte da National Review.
Victor Davis Hanson
Molto è stato scritto – in parte o in modo impreciso, per offuscare la questione a fini politici – del fiasco delle operazioni al confine tra Stati Uniti e Messico e della sfortunata separazione dei figli dai genitori”, scrive Victor Davis Hanson. “Le politiche messicane di esportazione deliberata dei propri cittadini sono vecchie di decenni e dipendono dalla volontà di fornire una valvola di sicurezza sociale al posto delle riforme economiche e dei diritti umani. L’immigrazione clandestina, sempre più spesso di indigeni, assicura a Città del Messico un flusso costante di rimesse economiche (ora la sua più grande fonte di cambio), senza troppe preoccupazioni su come i suoi indigenti all’estero possano spremere somme così ingenti da inviare in Messico. Facilitare l’immi - grazione clandestina stabilisce e promuove anche un espatrio demografico favorevole, che aiuta a ricalibrare favorevolmente la politica degli Stati Uniti verso il Messico. E Città del Messico usa l’immigrazione come politica irritante verso gli Stati Uniti: una politica che può essere ingrandita o attenuata, a seconda degli obiettivi e degli stati d’animo della politica estera messicana in un dato momento.
La nave Aquarius
L’ex direttore della Cia e della Nsa Michael Hayden e l’ex First lady Laura Bush hanno fatto della demagogia sulla questione con grotteschi e ignoranti paragoni fra gli attuali rifugiati al confine e il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau o l’internamento forzato giapponese durante la Seconda guerra mondiale. Nel suo orrendo picco nell’agosto del 1944, il complesso di AuschwitzBirkenau in alcuni giorni sterminò diecimila esseri umani e potrebbe aver ammazzato in modo cumulativo oltre un milione di ebrei. Suggerire che un centro di detenuti sia qualcosa di simile a quella mostruosità di uccisione industriale è sconvolgente, aberrante e vergognoso. E’ un insulto all’attuale personale delle forze di sicurezza statunitensi che fanno un lavoro eroico a grande rischio per proteggere il confine in modo umano, a condizioni inimmaginabili e sotto pressioni politiche. Ed è un danno maggiore alla memoria dei sei milioni di ebrei perduti dell’Olocausto quando il loro destino è usato in modo così ignorante per ottenere un vantaggio politico. Hayden dovrebbe anche ricordarsi che durante il suo mandato alla Nsa e come direttore della Cia era costantemente infangato su questioni come ‘interrogatori potenziati’, droni e sorveglianza intrusiva. Altrettanto ironico è che durante le polemiche su Abu Ghraib, il furore della guerra in Iraq e le consegne post Undici settembre, George W. Bush è stato occasionalmente paragonato agli istigatori di retate fasciste. Tali tattiche in passato sono state usate contro coloro che ora le impiegano”.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante