Riprendiamo da ITALIA OGGi del 23/06/2018, a pag.8, con il titolo "'Servire il popolo' fece, per l'anticomunismo, quel che non era riuscito alla Cia e alla dissidenza Urss: rese il comunismo ridicolo" la gustosissima recensione di Diego Gabutti al libro "Quando è la rivoluzione", di Fulvio Abbate (Baldini & Castoldi ed.)
Diego Gabutti
Servire il popolo, lo slogan maoista che negli anni intorno al Sessantotto faceva da ragion sociale all'Unione dei comunisti italiani (marxisti-leninisti), fece per l'anticomunismo quel che non era riuscito alla Cia e alla dissidenza sovietica: rese il comunismo ridicolo, svelandone così l'identità segreta, che era quella dei rintontiti che celebravano «matrimoni comunisti», diffondevano giornaletti che facevano sbellicare gli operai dalle risate, vietavano la masturbazione e celebravano le virtù del Presidente Aldo (Aldo Brandirali, poi convertito da Don Giussani a Comunione e Liberazione e da Roberto Formigoni a Forza Italia). Fulvio Abbate, che in quest'inferno passò una stagione, racconta in Quando è la rivoluzione, tra la fantapolitica e il pamphlet, le avventure di questi poveretti e dei loro intellò di riferimento, da Moravia a Piergiorgio Bellocchio, da Mario Schifano agli psicoanalisti in Porsche (pagavano i nevrotici).
Fulvio Abbate, Quando è la rivoluzione, Baldini e Castoldi 2018,
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