Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 20/06/2018, a pag.17, con il titolo "Perché le Chiese d’Israele ce l’hanno con Netanyahu", il commento di Marco Ansaldo.
Marco Ansaldo riporta pedissequamente le dichiarazioni dei capi delle Chiese cristiane in Israele, che protestano contro i "provvedimenti divisivi, razzisti e sovversivi" . L'oggetto del contendere, invece, è una proposta di legge che consente la vendita di proprietà ecclesiastiche: perché queste dovrebbero essere soggette a leggi speciali, e non poter essere comprate e vendute come qualsiasi altra proprietà?
Ansaldo, soprattutto, omette di sottolineare la situazione dei cristiani in Medio Oriente: in Israele i cristiani crescono di numero e hanno un livello medio di istruzione e economico superiore, in tutti i Paesi arabi e islamici sono perseguitati, cacciati, talvolta uccisi.
Ecco l'articolo:
Marco Ansaldo
I tre capi delle Chiese cristiane in Israele contro il governo di Benjamin Netanyahu. Con una lettera molto ferma inviata ieri, i responsabili di Terra Santa minacciano il premier dello Stato ebraico di «contraccambiare», se non interverrà «immediatamente e in maniera decisa» contro la «scandalosa legge» che intende «espropriare» i «diritti» sull’uso dei terreni nelle loro proprietà ecclesiastiche. Si riapre dunque la crisi fra i cristiani e Israele dopo la clamorosa chiusura nei mesi scorsi del Santo Sepolcro. Il Custode di Terra Santa, Francesco Patton, il Patriarca ortodosso Teofilo III e quello armeno Nouran Manoughian, accusano inoltre il Comitato di mediazione nominato dal premier di non avere «svolto alcun dialogo» nei tre mesi di lavoro. Si legge nella missiva: «Purtroppo certi elementi del governo di Israele stanno ancora cercando di promuovere provvedimenti divisivi, razzisti e sovversivi che minano lo status quo e prendono di mira le Comunità cristiane».
Il Santo Sepolcro
La proposta di legge prevede anche la confisca. E già alcuni terreni di proprietà delle Chiese sono stati venduti a gruppi immobiliari israeliani, che vi hanno poi costruito sopra. «Crediamo che questa legge costituisca un atto sistematico e senza precedenti contro i cristiani di Terra Santa e violi i diritti di base, calpestando così la delicata struttura delle relazioni tra la comunità cristiana e lo Stato di Israele». Nei mesi scorsi il provvedimento di esproprio dei terreni delle Chiese portò alla decisione di chiudere il Santo Sepolcro. E solo in extremis Netanyahu riuscì a mediare e a far riaprire il luogo santo. I mesi successivi che avrebbero dovuto portare a una soluzione, dicono Patton, Teofilo III e Manoughian, sembrano essere stati inefficaci. Chiedono che il premier fermi la legge, data per imminente approvazione, oppure le Chiese cristiane reagiranno.
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