Hamas toccato dalla grazia ?
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)
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Il lancio di un aquilone incendiario da parte di terroristi di Hamas. Sotto, un incendio in Israele
Venerdì scorso, 15 giugno, tutto era pronto per una nuova e cruenta giornata di scontri. Hamas aveva il vento in poppa: l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva condannato in modo schiacciante"l'uso sproporzionato della forza" di Israele: centoventi Paesi avevano votato a favore, inclusa la Francia. Una vittoria che Ismail Haniyeh non aveva certo mancato di magnificare durante le preghiere del venerdì.
Per celebrare degnamente l'inizio delle festività di Id al Fitr, i tre giorni che segnano la fine del mese di Ramadan, l ' "unità degli aquiloni" - scusate se è poco - dell'organizzazione terroristica aveva preparato un arsenale impressionante. Ai famosi aquiloni incendiari, che avevano già portato il caos sul fronte opposto della barriera di separazione, distruggendo i raccolti, devastando le foreste e bruciando lungo il loro percorso migliaia di tartarughe, topi di campagna, toporagni, lucertole e altre piccole creature dei campi, si sarebbero aggiunti palloncini gonfiati con elio ma contenenti sostanze infiammabili. In tutto cinquemila ordigni che sarebbero partiti da vari punti della Striscia di Gaza e il vento dal mare li avrebbe fatti arrivare al "nemico sionista". Alcuni di questi dispositivi sarebbero stati muniti di esplosivi. Gli abitanti dei kibbutz situati dall'altra parte della barriera - entro i confini internazionalmente riconosciuti dello Stato di Israele - si stavano quindi preparando per un’ altra giornata irta di difficoltà. La presenza militare era stata rafforzata, le unità dei vigili del fuoco erano in stato di allerta. Qual è stato il bilancio di questo venerdì ad alto rischio? Poche dozzina di manifestanti, nessun ferito, una manciata di aquiloni e palloncini che hanno innescato undici roghi rapidamente domati. Insomma, il giorno più tranquillo da quando sono iniziate le manifestazioni della "grande marcia del ritorno" , poco più di un mese fa.
Come spiegare questo strano fenomeno? Hamas avrebbe subito un duro contraccolpo dopo le sue tronfie dichiarazioni? Nient’affatto. Toccati dalla grazia, i suoi dirigenti hanno spiegato di aver scelto di rispettare la santità di questo primo giorno di celebrazione. Ovviamente i sionisti che, come sappiamo, non rispettano nulla, hanno trovato altre spiegazioni. Prima di tutto, la nuova politica dell'esercito che non esita più ad aprire il fuoco su raggruppamenti di lanciatori di aquiloni o di palloncini. Colpi mirati che finora non hanno ferito nessuno ma che hanno inviato il messaggio giusto. Ci sono poi questi famosi droni che distruggono gli ordigni in volo. Inoltre gli abitanti di Gaza non avevano granché voglia di protestare. Hanno preferito fare festa come è usanza e guardare l'Egitto e il Marocco confrontarsi per la Coppa del Mondo. Ed infine, una migliore lettura dei risultati del voto delle Nazioni Unite ha fatto riflettere Hamas. Su iniziativa di Nikki Haley, la rappresentante degli Stati Uniti, sessantadue Paesi hanno votato a favore di un emendamento che condanna Hamas per le sue attività terroristiche, i bombardamenti e i tunnel di attacco. Cinquantotto Paesi si sono opposti e 42 si sono astenuti. L'emendamento non è stato convalidato perché il regolamento richiedeva una maggioranza di due terzi. Tuttavia, Francia, Gran Bretagna e Italia hanno votato al fianco di gran parte dell'Unione Europea. Si tratta di un risveglio dell’Occidente o di un inequivocabile avvertimento? Solo il tempo lo dirà.
Michelle Mazel, scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. I suoi commenti escono su JForum online