sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
14.06.2018 Corea del Nord, Trump: 'Finita la minaccia nucleare'
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 14 giugno 2018
Pagina: 12
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Trump: 'Finita la minaccia nucleare'. E Kim promette riforme economiche»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/06/2018, a pag. 12, con il titolo "Trump: 'Finita la minaccia nucleare'. E Kim promette riforme economiche" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Immagine correlata
Paolo Mastrolilli

Immagine correlata
Donald Trump, il dittatore coreano Kim Jong-un

«Non c’è più una minaccia nucleare da parte della Corea del Nord». Appena atterrato a Washington, dopo il lungo viaggio che lo ha riportato a casa da Singapore, il presidente Trump ha smentito tutti i dubbi sulla sostanza dell’intesa raggiunta con Kim, affermando che Pyongyang già non rappresenta più un pericolo atomico. Anche se i dettagli della denuclearizzazione della penisola sono ancora da definire.

Trump ha comunicato via Twitter, annunciando che «ognuno ora può sentirsi molto più sicuro di quando ero entrato in carica. Non c’è più una minaccia nucleare da parte della Corea del Nord. Incontrare Kim Jong-un è stata un’esperienza molto interessante e positiva. La Corea del Nord ha un grande potenziale per il futuro». Quindi ha aggiunto: «Prima che entrassi in carica la gente presumeva che avremmo fatto la guerra. Il presidente Obama aveva detto che la Corea del Nord era il nostro problema più grande e pericoloso. Non più. Dormite bene stanotte». Il capo della Casa Bianca ha difeso anche la più grande concessione fatta a Kim cioè l’annullamento delle esercitazioni congiunte con Seul: «Risparmieremo una fortuna non tenendo i war games, finché negozieremo in buona fede, cosa che entrambe le parti stanno facendo». Quindi ha concluso attaccando i media, che prima avevano pregato di fare un accordo, ma ora lo criticano: «Il più grande nemico del nostro Paese sono le fake news». Secondo la Reuters, metà degli americani approva l’intesa.

Il segretario di Stato Pompeo ha confermato l’ottimismo, ribadendo che la Corea del Nord si è impegnata alla denuclearizzazione completa, e gli Usa sperano di ottenere «un grande disarmo» dell’arsenale atomico «entro i rimanenti due anni mezzo del mandato presidenziale». Le sanzioni resteranno in vigore fino a quando non si vedranno risultati tangibili, e le manovre militari col Sud riprenderanno subito se mancherà la buona fede di Kim. Gli esperti del settore avvertono che per smantellare l’intero programma e le circa 30 bombe prodotte serviranno tra 10 e 15 anni, e poi a Pyongyang resterà comunque il know how per riprendere in ogni momento l’attività. Trump però ritiene che si sbagliano, e pensa di raggiungere prima il risultato, perché una distruzione del 20% degli ordigni potrebbe bastare a renderli inutilizzabili.

Il presidente parla così perché si fida di Kim, che lo avrebbe rassicurato sulle sue intenzioni non solo di rinunciare al nucleare, ma anche di allentare la presa della propria dittatura, puntando invece a sopravvivere con un regime più liberale sostenuto dalla crescita economica. Durante la conferenza stampa Trump ha detto che nel vertice di Singapore si è parlato poco dei diritti umani, perché «il punto era denuclearizzare. Però faremo progressi anche in questo campo». Anzi, il capo della Casa Bianca ha affermato che l’accordo è anche frutto del sacrificio di vittime del regime come lo studente americano Otto Warmbier, mentre i principali beneficiati saranno proprio per i circa centomila detenuti nei campi politici nordcoreani, perché il processo di riforma che accompagnerà il disarmo aprirà una discussione sulla loro sorte, e in generale sul superamento dell’attuale dittatura.

Secondo il presidente del Council on Foreign Relations Richard Haass «la pretesa che non ci sia più una minaccia nucleare da parte della Corea del Nord è falsa, e rende più difficile tenere le sanzioni in vigore, allentando la pressione su Pyongyang affinché riduca le sue armi atomiche». Il timore è che Trump stia correndo troppo, annunciando lo scampato pericolo prima ancora di aver definito i suoi termini. Infatti l’agenzia nordcoreana Kcna ha già dato la sua versione del vertice, sostenendo che il presidente americano ha promesso a Kim di togliere le sanzioni, sottoscrivendo un procedimento scaglionato nel tempo per la denuclearizzazione. I due leader hanno accettato i rispettivi inviti a visitare i loro Paesi, e certamente serviranno ulteriori chiarimenti per far avanzare il processo di pace.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare: 011/65681 oppure cliccare sulla e-mail sottostante


direttore@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT