Austria: associazioni musulmane con il governo contro le moschee illegali finanziate da Erdogan Commento di Maurizio Stefanini
Testata: Libero Data: 12 giugno 2018 Pagina: 10 Autore: Maurizio Stefanini Titolo: «Gli imam austriaci con Kurz. Giusto chiudere le moschee»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/06/2018, a pag.10, con il titolo "Gli imam austriaci con Kurz. Giusto chiudere le moschee", il commento di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
Il presidente turco Erdogan si era inferocito, per la decisione del governo austriaco di chiudere sette moschee considerate estremiste e di espellere una quarantina di imam che erano pagati da Ankara. Ma adesso salta invece fuori che la principale organizzazione dell'islam austriaco è pienamente d'accordo con la misura. Unico appunto all'esecutivo di centro-destra guidato da Sebastian Kurz: non avrebbe dovuto annunciare la misura in un venerdì di Ramadan. «Non c'è spazio nel nostro Paese per le società parallele, l'islam politicizzato e le tendenze radicali», aveva spiegato venerdì Kurz in conferenza stampa nell'annunciare le misure.
Sebastian Kurz, Recep Tayyip Erdogan
«La decisione dell'Austria di chiudere sette moschee ed espellere imam riflette l'ondata islamofoba, razzista e discriminatoria in questo Paese. È un tentativo di prendere di mira comunità musulmane per raccogliere punti politici a poco prezzo», aveva subito ribattuto il portavoce di Erdogan: che peraltro è a sua volta impegnato in una campagna elettorale in cui rischia di prendere meno del 50% e di essere costretto al ballottaggio. II presidente turco aveva poi detto in un comizio: «Queste misure prese dal cancelliere austriaco stanno, io temo, portando il mondo verso una guerra fra Crociati e la Mezzaluna». La Islamische Glaubensgemeinschaft in Österreich (IGGiO), Comunità dei Credenti Musulmani in Austria, ha però subito preso le distanza dalla Comunità di Culto Arabo: gruppo salaflta cui appartenevano sei delle sette moschee. «Questa comunità non forma parte della IGGiÖ», ha detto il vicepresidente Esad Memic in un'intervista a radio Oel. «Non si tratta veramente di moschee ma di una struttura parallela, e queste moschee private devono essere chiuse». La settima moschea chiusa era invece riconducibile a un gruppo nazionalista turco, anch'esso però tacciato di estremismo. Secondo Memic, si è detto, l'aver fatto questo annuncio in un venerdì di Ramadan è stato «un affronto». Come a rimarcare che i musulmani praticanti sono pericolosi. Anche l'espulsione dei 40 imam è da lui considerata «una grande perdita».
«La decisione dell'Austria di chiudere sette moschee ed espellere imam riflette l'ondata islamofoba, razzista e discriminatoria in questo Paese. È un tentativo di prendere di mira comunità musulmane per raccogliere punti politici a poco prezzo», aveva subito ribattuto il portavoce di Erdogan: che peraltro è a sua volta impegnato in una campagna elettorale in cui rischia di prendere meno del 50% e di essere costretto al ballottaggio. II presidente turco aveva poi detto in un comizio: «Queste misure prese dal cancelliere austriaco stanno, io temo, portando il mondo verso una guerra fra Crociati e la Mezzaluna». La Islamische Glaubensgemeinschaft in Österreich (IGGiO), Comunità dei Credenti Musulmani in Austria, ha però subito preso le distanza dalla Comunità di Culto Arabo: gruppo salaflta cui appartenevano sei delle sette moschee. «Questa comunità non forma parte della IGGiÖ», ha detto il vicepresidente Esad Memic in un'intervista a radio Oel. «Non si tratta veramente di moschee ma di una struttura parallela, e queste moschee private devono essere chiuse». La settima moschea chiusa era invece riconducibile a un gruppo nazionalista turco, anch'esso però tacciato di estremismo. Secondo Memic, si è detto, l'aver fatto questo annuncio in un venerdì di Ramadan è stato «un affronto». Come a rimarcare che i musulmani praticanti sono pericolosi. Anche l'espulsione dei 40 imam è da lui considerata «una grande perdita».
ALTRO CHE SHARIA Tuttavia promette: «faremo del nostro meglio per assistere le moschee. Le moschee che formano parte della nostra comunità ufficiale non hanno nulla da temere, dal momento che rispettano la Legge Islamica. In caso di errori, provvederemo a correggerle». Attenzione: qua per «Legge Islamica» non intendeva la Sharia ma la Islamgesetz. Per lungo tempo dirimpettaio di un Impero Ottomano con cui conduceva interminabili guerre di confine, l'Austria è uno dei Paesi dell'Europa Occidentale in cui la presenza dell'islam è più antica, dal momento che la tolleranza per i musulmani rimasti dopo le annessioni di territori già ottomani fu garantita già col Trattato di Passarowitz del 1718. Una legge del 1874 diede poi a tutti i non cristiani un nuovo inquadramento legale, nel 1878 l'Austria iniziò ad amministrare la regione in maggioranza islamica della Bosnia-Erzegovina, nel 1908 con l'annessione formale i bosniaci divennero cittadini austriaci, e nel 1912 fu approvata una apposita Legge Islamica - appunto Islamgesetz - che garantiva perfino cappellani islamici nei reggimenti bosniaci. Quei reggimenti che durante la Grande Guerra furono tra i più fedeli e valorosi. BOSNIA Anche dopo lo sfasciarsi dell'Impero, un po' di musulmani bosniaci che si erano intanto stabiliti soprattutto a Vienna rimasero cittadini, e dopo l'inizio di una forte immigrazione islamica da Jugoslavia e Turchia negli anni '60 una nuova Legge Islamica fu approvata nel 1979. Dai 22.267 del 1971, lo 0,30% della popolazione, i musulmani sono così diventati i 700.000 circa del 2016, pari all'8%. E ben 150.000 musulmani sono arrivati proprio tra 2015 e 2016, con l'ondata di profughi da Siria, Iraq e Afghanistan che ha accompagnato l'ascesa dell'Isis. Nel febbraio del 2015 è stata dunque adottata una terza Islamgesetz, con proprio Kurz ministro dell'Integrazione. In cambio del diritto a cibo halal e cappellani nel servizio militare la legge mette però fuori legge il finanziamento straniero di moschee e imam. Contrariamente a quanto è stato a volte scritto, questa legge in realtà non obbliga a usare una versione del Corano approvata dalle autorità, ma semplicemente a esporre alle stesse autorità i principi fondamentali della fede in tedesco. Aiman Mazyek, leader del Consiglio Centrale dei Musulmani in Germania, ha lodato questa Legge Islamica austriaca, e l'ha indicata come un modello anche per il suo Paese. Adesso questa legge è stata semplicemente messa in pratica.
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