Austria: Sebastian Kurz incontra Benjamin Netanyahu e conferma il controllo sulle moschee Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 11 giugno 2018 Pagina: 17 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Erdogan: Kurz chiude le moschee e cerca la guerra di religione»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/06/2018, a pag. 17, con il titolo "Erdogan: Kurz chiude le moschee e cerca la guerra di religione", il commento di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz espelle gli imam legati alla Turchia e va in visita ai luoghi santi di Gerusalemme, compreso il Muro del Pianto, primo fra il leader europei. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan risponde con parole di fuoco ed evoca una guerra di religione “fra la croce e la mezzaluna”. L’impero austriaco e quello ottomano si sono confrontati per quattro secoli nei Balcani e con il suo comizio a Sarajevo del 20 maggio scorso, il leader turco ha certificato il rinnovato interesse per le minoranze musulmane in Europa, in un’area ad alta tensione. Non solo, Erdogan si è anche erto come «difensore di Gerusalemme» nel mondo islamico dopo la decisione di Donald Trump di spostare nella Città santa l’ambasciata americana. E Kurz, con la sua visita nel luogo più sacro agli ebrei, sembra voler seguire la linea statunitense.
Sebastian Kurz con Benjamin Netanyahu
Lo scontro Il punto di scontro diretto è però la decisione del 31enne leader austriaco di chiudere sette moschee ed espellere una sessantina di imam dell’associazione Atib, Unione turco-islamica per le collaborazione culturale e sociale in Austria, accusati di finanziamenti illeciti dall’estero e di violazione della legge austriaca sull’islam. Misure definite parte di una politica di contrasto dell’islam politico ma bollate da Ankara come «il risultato di un’ondata discriminatoria, populista, islamofoba e razzista». Ieri Erdogan ha minacciato rappresaglie: «Queste decisioni del cancelliere austriaco temo stiano portando il mondo verso una guerra tra la croce e la mezzaluna - ha argomentato il leader turco in un discorso a Istanbul, in piena campagna per elezioni presidenziali e legislative del 24 giugno. Dicono che butteranno fuori i nostri religiosi. Credete che non reagiremo se farete una cosa del genere?».
Il cancelliere in Israele Kurz si trovava in quel momento in Medio Oriente, a Gerusalemme, al centro di un confronto che vede Erdogan fra i più accesi sostenitori della causa palestinese. Il cancelliere, che vedrà oggi il premier Benjamin Netanyahu, ha visitato lo Yad Vashem e poi, con un passo mai compiuto prima da un leader europeo, è andato in “visita privata” al Muro del Pianto, come già lo stesso Trump. Per la diplomazia europea è un passo controverso perché la Città vecchia non è riconosciuta come parte di Israele ma ancora oggetto di negoziati con i palestinesi. Kurz poi è andato anche al Santo Sepolcro e all’Ospizio austriaco, fondato ai tempi dell’Impero asburgico, nel 1854, lungo la Via Dolorosa.
Il punto di scontro diretto è però la decisione del 31enne leader austriaco di chiudere sette moschee ed espellere una sessantina di imam dell’associazione Atib, Unione turco-islamica per le collaborazione culturale e sociale in Austria, accusati di finanziamenti illeciti dall’estero e di violazione della legge austriaca sull’islam. Misure definite parte di una politica di contrasto dell’islam politico ma bollate da Ankara come «il risultato di un’ondata discriminatoria, populista, islamofoba e razzista». Ieri Erdogan ha minacciato rappresaglie: «Queste decisioni del cancelliere austriaco temo stiano portando il mondo verso una guerra tra la croce e la mezzaluna - ha argomentato il leader turco in un discorso a Istanbul, in piena campagna per elezioni presidenziali e legislative del 24 giugno. Dicono che butteranno fuori i nostri religiosi. Credete che non reagiremo se farete una cosa del genere?».Kurz si trovava in quel momento in Medio Oriente, a Gerusalemme, al centro di un confronto che vede Erdogan fra i più accesi sostenitori della causa palestinese. Il cancelliere, che vedrà oggi il premier Benjamin Netanyahu, ha visitato lo Yad Vashem e poi, con un passo mai compiuto prima da un leader europeo, è andato in “visita privata” al Muro del Pianto, come già lo stesso Trump. Per la diplomazia europea è un passo controverso perché la Città vecchia non è riconosciuta come parte di Israele ma ancora oggetto di negoziati con i palestinesi.Kurz poi è andato anche al Santo Sepolcro e all’Ospizio austriaco, fondato ai tempi dell’Impero asburgico, nel 1854, lungo la Via Dolorosa.
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