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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Stampa Rassegna Stampa
10.06.2018 Le radici ebraiche del fumetto made in Usa
Analisi di Stefano Priarone

Testata: La Stampa
Data: 10 giugno 2018
Pagina: 20
Autore: Stefano Priarone
Titolo: «Le radici ebraiche del fumetto made in Usa»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/06/2018, a pag.20, con il titolo "Le radici ebraiche del fumetto made in Usa" il commento di Stefano Priarone, una analisi acuta, colta e anche divertente. Complimenti.

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Stefano Priarone

E’un dato di fatto che gli ebrei americani hanno creato gli albi a fumetti: Siegel & Shuster, i creatori di Superman, ne sono stati i fratelli Lumière, Jack Kirby il Cecil B. DeMille e Will Eisner il D.W. Griffith››. A parlare è lo studioso americano di comics Adam McGovern egli stesso ebreo. Quando esce il numero 1 di Action Comics, con data di copertina giugno 1938, dove debutta Superman, il comic book, l’albo a fumetti, è un medium nuovo: per anni i fumetti venivano pubblicati solo sui quotidiani, in strisce in bianco e nero nei giorni feriali, e in pagine a colori nell’inserto domenicale, se i cartoonist che lavoravano sui quotidiani erano considerati giornalisti, quelli all’opera sugli albi a fumetti erano visti come mezzi falliti che non erano riusciti ad approdare alla grande stampa. ‹‹All’epoca negli Stati Uniti gli ebrei erano esclusi da varie occupazioni a causa dei pregiudizi nei loro confronti – continua infatti McGovern. Ma quello dei fumetti era un campo nel quale potevano entrare: gli albi erano rivolti solo ai ragazzini, nessuno vi prestava attenzione. E così il medium diede agli ebrei (ma anche a non pochi italiani, anch’essi vittime di pregiudizi) un’opportunità, come avrebbe fatto in seguito il rock ’n’ roll per gli afroamericani e per i bianchi delle zone rurali››.
Erano ebrei gli autori: Siegel e Shuster, Bob Kane e Bill Finger creatori di Batman nel 1939, Will Eisner creatore nel 1941 dell’eroe noir Spirit e dagli anni Settanta autore di fondamentali romanzi a fumetti, Stan Lee e Jack Kirby che nel 1961, con altri autori «gentili» come Steve Ditko e John Romita avrebbero dato vita al cosiddetto Universo Marvel (Fantastici Quattro, Spider-Man, Hulk). E anche gli editori: come Harry Donenfeld della National Periodical Publications (adesso DC Comics) o Martin Goodman della futura Marvel Comics. Stan Lee (vero nome Stanley Lieber) viene infatti assunto, giovanissimo, da Goodman perché suo parente acquisito.E l’origine ebraica si riflette nelle storie: molti supereroi sono ebrei con nome anglicizzato, come i loro autori (Jack Kirby in realtà si chiamava Jacob Kurtzberg),Superman è una sorta di nuovo Sansone (non c’entra nulla con l’Übermensch di Nietzsche e dei nazisti), la zia May di Peter Parker alias Spider-Man è la classica, oppressiva mamma ebrea, il potentissimo essere alieno Galactus affrontato dai Fantastici Quattro è una sorta di versione a fumetti del Dio dell’Antico Testamento. ‹‹Immigrati o figli di immigrati nel Nuovo Mondo, gli ebrei hanno costruito i mondi fantastici del fumetto››, conclude McGovern.

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