Walter Rauhe
Si sono chiuse tragicamente le ricerche di una ragazza di 14 anni, Susanna, di Magonza, scomparsa il 22 maggio scorso. La giovane della comunità ebraica della città nell’ovest della Germania è stata ritrovata senza vita nella zona di Wiesbaden. Solo il dna ha consentito il riconoscimento. In Germania è scattata la caccia all’uomo, ma il principale sospettato, tale Ali Bashar, un profugo iracheno di 20 anni, secondo il «Frankfurter Allgemeine Zeitung», sarebbe già fuggito nel suo Paese d’origine con tutta la famiglia giovedì scorso. Ieri è stato fermato un 35enne richiedente asilo turco ritenuto complice, ma poi è stato rilasciato per mancanza di prove.
La vittima (a sinistra) e il probabile assassino
Uccisa la notte della scomparsa
Susanna secondo gli inquirenti è stata uccisa la notte della scomparsa. La ragazza avrebbe rifiutato un rapporto sessuale, ma sarebbe stata comunque costretta a subirlo. Chi l’ha stuprata l’avrebbe poi strangolata per nascondere il fatto. Il corpo della vittima, ritrovato in una fossa, coperto da erbacce e rami, era stato occultato dal suo carnefice.
Ali Bashar, il 20enne iracheno su cui ricadono i sospetti, si era visto rifiutare una richiesta d’asilo nel 2016, ma il suo avvocato aveva impugnato la decisione degli enti addetti all’immigrazione. Arrivato nel 2015, lungo la rotta Grecia-Turchia, il giovane aveva diversi precedenti penali: ingiuria, aggressione, rapina. Ed è possibile che sia stato responsabile anche di un altro abuso sessuale: vittima sarebbe una bimba di 11 anni, che abitava nel centro profughi in cui era stato accolto insieme a tutta la sua famiglia.
Giovedì scorso la famiglia di Ali Bashar - madre, padre e sei figli - è volata da Duesseldorf a Istanbul e poi ad Erbil. Ognuno di loro ha usato un nome diverso da quello con cui era conosciuto e registrato nel centro e il viaggio sarebbe riuscito grazie a un lasciapassare ottenuto dall’ambasciata irachena. Sul giovane pende un mandato di cattura internazionale. Susanna conosceva il fratello del ventenne e sarebbe stata vista diverse volte nel centro profughi. La ragazza era ebrea, e faceva parte della comunità ebraica locale, ma per gli inquirenti al momento non vi sarebbe alcun indizio per spingersi a immaginare un delitto di matrice antisemita.
A rendere possibile la ricostruzione dell’accaduto sono state le testimonianze rese da un bambino, anche lui profugo, di 13 anni: ha raccontato di aver saputo dallo stesso Ali Bashar dello stupro e dell’omicidio. Una verità agghiacciante che ha scioccato la comunità di Magonza e la Germania e che rilancerà le polemiche sugli immigrati.
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