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La Nazione Rassegna Stampa
04.06.2018 Addio a Wanda Lattes, partigiana e giornalista
Commento di Maurizio Naldini

Testata: La Nazione
Data: 04 giugno 2018
Pagina: 6
Autore: Maurizio Naldini
Titolo: «Ciao Wanda, pioniera delle giornaliste»

Riprendiamo oggi, 04/06/2018, a pag.6, dalla NAZIONE - FIRENZE, con il titolo "Ciao Wanda, pioniera delle giornaliste", il commento di Maurizio Naldini.

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Maurizio Naldini

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Wanda Lattes

HA LAVORATO fino all'ultimo giorno, da par suo. Attenta alle vicende fiorentine, senza mai cercare compromessi col potere o con la propria coscienza. Ma anche testimone attiva di una cultura globale che la portò ad avere rapporti costanti con Roma, con Gerusalemme, con gli Stati Uniti. Wanda non ebbe una vita facile, eppure seppe condurla con rara dignità e coraggio. Nata da una famiglia ebraica nel 1922, era adolescente quando le leggi razziali sembrarono rubarle ogni speranza. Ma seppe reagire, fece parte della Resistenza, coltivò comunque la sua attenzione per il mondo dell'arte, e quando la tragedia si concluse, nel '49 fu assunta come giornalista al Nuovo Corriere. Passò poi al Giornale del Mattino e negli anni Sessanta approdò a La Nazione, prima come cronista, poi come responsabile della Terra Pagina.

ESSERE GIORNALISTA donna, in quegli anni, richiedeva una forza impari per avere il rispetto dei colleghi, ma anche per apparire credibile a quanti occorreva avvicinare nel mestiere. Wanda in questo fece scuola alle nuove generazioni. La sua forza era nella capacità professionale. Ricordo quando dopo il restauro furono messe in piedi le statue dei bronzi di Riace. Ne fui avvertito, le segnalai la cosa, lei capì subito l'importanza dei due guerrieri. Volle un ampio servizio corredato da foto. Passarono pochissimi giorni, e i giornali di tutto il mondo cercavano notizie, foto, interviste. Aveva sposato Alberto Nirenstein, un polacco della brigata ebraica da cui ha avuto le tre figlie, Fiamma, Simona e Susanna, destinate ad una vita di successi fra gli Stati Uniti e Israele. E che le erano vicine, tenendole le mani, quando sabato sera ci ha lasciati. Insieme, le quattro donne di famiglia, unite da una vita mai banale e da un affetto profondo. Corrispondente del Corriere della Sera, Wanda era passata al Corriere Fiorentino al momento della sua fondazione. E qui aveva continuato a tenere uno stretto rapporto coi lettori nella rubrica delle lettere, comunque interessata all'arte e alla cultura. Ci incontravamo spesso, abitavamo a 100 metri di distanza. E sempre, incontrandola, mi parlava di giornali, di colleghi, di articoli. Nonostante l'età, ormai quasi centenaria, ne sapeva senz'altro più di me. Giornalista sino alla fine, nella sua amata Firenze.

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