Gentilissima Signora Fait,
ringrazio IC della segnalazione delle pagine su Gerusalemme nel numero odierno di ‘Sette’, supplemento settimanale del Corriere della Sera. Peccato che la segnalazione sia avvenuta attraverso la pubblicazione del solo articolo di mons. Pizzaballa, accusato di “viltà” senza ragione. In realtà, mons. Pizzaballa non ha scritto un commento politico né un’analisi storica del ruolo di Gerusalemme, bensì, su richiesta di ‘Sette’ e al pari di Rossella Tercatin (autrice dell’articolo “Io, ebrea e la città sognata”) e di Mahmoud Muna (autore dell’articolo “Io, musulmano e la città rimpianta”), ha spiegato che cosa rappresenti Gerusalemme per lui, come cristiano. Il ruolo della cronaca e/o dell’analisi storico-politica è affidato all’articolo introduttivo di Davide Frattini, corrispondente del ‘Corriere’ (sul quale non mi pronuncio, non avendo ancora avuto il tempo di leggerlo). Nel breve spazio concessogli sotto il titolo “Io, cristiano e la città santa”, mons. Pizzaballa ha spiegato, in primo luogo, che cosa Gerusalemme significa, sotto il profilo teologico e spirituale, per i cristiani. Ha esposto, in modo non generico, anzi molto puntuale, perché Gerusalemme è essenziale per i fedeli di una religione che pure si rivolge a tutti gli uomini e non pretende di farne un’unica nazione sotto il profilo politico o culturale, celebra il proprio culto in ogni luogo della Terra e non impone di andarvi in pellegrinaggio (anche se lo consiglia, nelle epoche in cui è possibile farlo). Poi ha aggiunto qualche parola su che cosa la città rappresenta personalmente per lui, che ci vive da una trentina d’anni. Come credo di aver scritto altre volte, mi dispiace particolarmente la durezza delle espressioni usate da IC nei confronti di mons. Pizzaballa, perché a differenza di certi suoi confratelli della Custodia di Terrasanta o patriarchi di Gerusalemme, non ha mai alimentato il nazionalismo arabo (presente anche nei cristiani arabi) ed ha sempre cercato di favorire l’incontro e la comprensione fra le persone e la formazione di un clima e una mentalità che permettano il raggiungimento della pace. Più preoccupante è, a mio parere, l’articolo di Muna, pacato nei toni, ma sostanzialmente chiuso in una mitica Gerusalemme solo araba.
Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca
P.S.: I termini ‘radicalizzato’ e ‘radicalizzazione’, di derivazione francese, indicano un fenomeno più ampio e, per certi versi, più grave del terrorismo: quello dell’adesione (da parte di musulmani o di individui che si convertono all’islam) ad un’interpretazione dell’islam particolarmente rigorosa ed ostile al mondo esterno, che può sfociare nel terrorismo, nella partenza per fronti di guerra in cui siano presenti dei musulmani o in un’azione, che potrebbe essere anche perfettamente legale, di propaganda di uno stile di vita conforme ai principi professati (e che, se divenisse molto diffuso, potrebbe mettere in crisi la civiltà europea).
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Gentile Deborah Fait,
Direi questo al Pizzaballa che ho avuto il piacere di conoscere personalmente. Caro Padre perchè non fa armi e bagagli e non pone il suo scanno in quel di Betlemme ? E' li che fate nascere Gesù quindi sarebbe il luogo perfetto per la sede apostolica romana pro tempore che lei occupa. Senz'altro potrebbe aver più cura del suo gregge aiutandolo a non andarsene da quel luogo ameno e molto mussulmano che è diventata Betlemme. Perchè come giustamente dice Lei mai GERUSALEMME è stata centrale x il cristianesimo. In fondo la festa più importante x lei e per i cristiani di tutto il mondo è il Natale. Lasci perdere Gerusalemme Ovest ove si trova il palazzo apostolico stia vicino ai suoi fedeli e li aiuti. In fondo si staccherebbe dai "malefici" ebrei che hanno contribuito a crocefiggere Gesù. Però si rende conto che se il suo Gesù non fosse stato crocefisso (dai romani) e poi morto la sua religione non esisterebbe? Come disse l'attore Peter Ustinov Gli EBREI hanno dato al mondo Gesù e Marx a poi non hanno seguito nessuno dei due.
Mi stia bene e Shalom
Giorgio Bressan
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Grntile Deborah Fait,
Il buon frate minore, secondo me, non è da definire vile. Piuttosto, servile nei confronti di coloro il cui credo definisce gli ebrei "incorsi nell'ira" e i cristiani "sviati". Chi, dicendosi cristiano, non riesce neppure a riconoscere che le parole dell'apostolo Yochanan (Giovanni) nel suo libro dell'Apocalisse sono profondamente radicate nelle profezie di Isaia, volendo usarle per sostenere l'affermazione che "il cristianesimo ha idealizzato la Città Santa", dimostra di avere innanzitutto un problema di formazione biblica. Il che non sorprende, se si considera la conoscenza media delle Sacre Scritture tra i cattolici, clero compreso. Sono comunque certo che il privilegio che da trent'anni ha il buon Pizzaballa, ossia di vivere in quella che Gesù definì la città del Gran Re, gli consentirà, prima o poi, di comprendere anche ciò che, al momento, sembra essere per lui incomprensibile.
Shalom!
Enrico Alberti
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Gentili Annalisa, Giorgio e Enrico,
Tre lettere che trattano lo stesso argomento e la stessa persona da ottiche completamente diverse e interessanti, le ultime due anche molto critiche del personaggio Pizzaballa. Vorrei ricordare alla signora Annalisa la famosa favola di Pierino e il lupo. Quando Pierino si mise a gridare al lupo al lupo nessun corse in suo soccorso perchè in precedenza aveva preso tutti in giro quindi non gli credevano più. Padre Pizzaballa in passato ha fatto un bel po' di dichiarazioni piuttosto ambigue ed è il motivo per cui oggi siamo sempre sospettosi sulle cose che dice. E' vero che il Custode ha spiegato il significato spirituale e teologico di Gerusalemme per i cristiani ma si è dimenticato di dire che stava parlando di una città la cui spiritualità è spesso violentata dagli arabi e dal terrorismo islamico. Questa è la realtà.
Credo sia impossibile, come scrive Giorgio Bressan, che la Custodia di Terra Santa si trasferisca a Betlemme da dove il 90% dei cristiani è scappato a causa dell'intolleranza e del razzismo arabi. Pier Battista Pizzaballa è stato definito vile nel senso di privo di coraggio.
Enrico Alberti: perchè sa perfettamente di dover essere molto "disponibile" con l'islam onde evitare problemi. Credo che il Custode debba rassegnarsi a fare il don Abbondio della situazione, non dispiacere agli arabi a scapito di quelli da cui sa non possa venirgli alcun male, gli ebrei.
Un cordiale shalom
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