Gay Pride a Tel Aviv: l'8 giugno la grande festa per i diritti LGBTQ Commento di Elena Loewenthal
Testata: La Stampa Data: 01 giugno 2018 Pagina: 27 Autore: Elena Loewenthal Titolo: «Il gay pride di Tel Aviv, Israele pronta all'evento dell'anno»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/06/2018, a pag.27, con il titolo "Il gay pride di Tel Aviv, Israele pronta all'evento dell'anno" il commento di Elena Loewenthal.
Elena Loewentahl
C’è anche chi, con buona dose di sterile sprezzo, lo definisce «pink washing»: il politicamente corretto della libertà sessuale, che in Israele sarebbe il modo per distogliere dal conflitto con i palestinesi l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. Sta di fatto che Tel Aviv è ormai universalmente nota come la città più gay friendly del mondo, dove il rispetto delle scelte individuali si esercita su una vasta piattaforma che va dall’abbigliamento ai gusti sessuali alla creatività artistica. Qui tutto è sempre aperto, un po’ come l’orizzonte sconfinato sul mare.
La settimana del gay pride è da queste parti uno degli eventi più al top dell’anno, forse il più clamoroso – anche se quest’anno dovrà giocarsi il primato con l’avvio del Giro d’Italia, qualche settimana fa. Sta di fatto che a pochi giorni di distanza dalla gay parade che l’8 giugno prossimo fermerà il traffico della città e la riempirà di colori sgargianti, musica, performance d’ogni sorta, tutta Tel Aviv e piena di bandiere arcobaleno che sventolano per le strade, appese ai balconi delle case, dentro i negozi. Ovunque dei cartelli stradali indicano i luoghi fulcro della settimana del gay pride, che prevede eventi ludici ma anche incontri e dibattiti. Ristoranti, locali, alberghi e spiagge offrono pacchetti d’accoglienza creati apposta per l’evento. Il palazzo del municipio in piazza Rabin si appresta a tingersi dei colori dei gay pride in un gioco di luci più allegro che mai.C’è insomma un coinvolgimento totale della città che, come scandiscono i suoi slogan preferiti, «non dorme mai» e «non sta mai ferma»: ed è proprio così, più che mai in questo 2018 – settantesimo compleanno dello stato ebraico – quando per curiosa coincidenza la settimana del gay pride si accavalla a quella del Taglit, il «viaggio scoperta» fatto apposta per i ragazzi ebrei della Diaspora, che sono arrivati qui a migliaia.
Ma la cosa più stupefacente di questa settimana dell’orgoglio omosessuale a Tel Aviv è la sua normalità, che è lo specchio di quello che la città è giorno dopo giorno, nella sua quotidianità: coppie di genitori dello stesso sesso ai giardinetti con il passeggino, alti ufficiali dell’esercito che fanno coming out senza per questo occupare pagine di giornale. Certo, Tel Aviv non è tutto Israele e Israele è un insieme di mondi diversi, a volte opposti fra di loro. Ma è pur vero che qui la settimana del gay pride ha dalla sua il fatto di essere ormai parte della città in un modo così pregnante che quasi tutti i cittadini sentono queste giornate come qualcosa che appartiene a Tel Aviv, che sta dentro il suo cuore.
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