Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 31/05/2018, a pag.18, con il titolo "No a veli, turbanti gonne lunghe. A scuola la guida per la laicità", l'analisi di Lorenzo Martinelli.
Una legge che andava approvata almeno 18 anni fa. Forse è troppo tardi.
Ecco l'articolo:
Leonardo Martinelli
Dal 2004, in nome della laicità, una legge mette al bando in Francia l’abbigliamento o segni esteriori, che manifestino l’appartenenza religiosa. Ma cosa in particolare? Spesso ci si limita al velo islamico. Ma un vademecum inviato ieri dal ministero dell’Educazione nelle scuole a direttori, presidi, insegnanti, docenti e dipendenti di ogni tipo specifica bene quali siano i divieti, in senso decisamente restrittivo. E così anche a una ragazza che porti costantemente una bandana sulla testa (succede, proprio per fuorviare all’obbligo di lasciare il velo all’entrata della scuola), sarà chiesto di toglierla. Al pari di una gonna lunga e di colore scuro, indossata sempre, rigettando la possibilità di variarla con altri capi. Se l’allieva si rifiuterà di cambiare atteggiamento, potrà finire dinanzi al consiglio di disciplina del suo istituto. E nei casi più gravi, essere espulsa dalla scuola.
Il «consiglio dei saggi»
È uno degli esempi tratti dal vademecum voluto da Jean-Michel Blanquer, ministro dell’Educazione, ex docente, pragmatico e che conosce davvero il mondo della scuola. L’obiettivo? «Fornire agli operatori scolastici gli strumenti per difendersi da qualsiasi manifestazione di propaganda», si legge all’inizio del libretto, di ben 83 pagine. A gennaio Blanquer aveva nominato un «consiglio di saggi sulla laicità», per compilare, tra le altre cose, il vademecum. Si tratta di esperti di provenienze e opinioni diverse, ma coordinati dalla sociologa Dominique Schnapper, una pura e dura della laicità.
L’opuscolo è molto dettagliato. Si specifica che anche il mezzo turbante sikh è proibito. Si tratta spesso di regole già stabilite da una legge o dalla giurisprudenza, ma qui vengono ribadite e spiegate, consigliando la relativa punizione. Ad esempio, si ricorda che nessuno dei dipendenti maschi del ministero può rifiutarsi di stringere la mano a una donna per ragioni religiose. Si permette ai familiari adulti che accompagnano i ragazzi in gite scolastiche di portare il velo o altri segni religiosi «ma solo se i loro discorsi non si traducono in una volontà di proselitismo». Gli allievi non possono mancare a nessuna attività appellandosi alla propria religione, anche di educazione fisica o corsi in piscina. E il vademecum consiglia di controllare bene i certificati medici che vengono presentati per giustificare queste assenze ripetute, da sottoporre sistematicamente per verifica al personale sanitario delle scuole.
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