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Non possiamo tacere! Non possiamo tacere! Noi sottoscritti siamo sostenitori del diritto di Israele ad esistere e del diritto degli autoproclamati profughi palestinesi ad insediarvisi, in modo che Israele, diventi rapidamente a maggioranza musulmana e si ponga fine al progetto sionista, come richiesto ogni anno da manifestazioni congiunte di arabi israeliani e ebrei americani nell’anniversario della Nakbah. Noi sottoscritti siamo sostenitori del diritto dei palestinesi ad uno Stato in cui le democratiche e non antisemite posizioni di Abu Mazen a proposito della Shoah vengano insegnate in Università prive di controllo sionista ed in cui magari sarebbe possibile per noi avere un contratto a termine, un posto in prima fascia o almeno una borsa di studio. Con la fine delle sanzioni verso l’Iran potrebbero aprirsi prospettive interessanti. Guardiamo con estrema preoccupazione alle prime conseguenze, letali per le prospettive della pace, dello spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme da parte dell’amministrazione Trump. Regna infatti calma piatta nella West Bank, nel Golan e a Gerusalemme Est. Questo indica che la popolazione palestinese non sta seguendo le indicazioni alla rivolta che provengono dalle nostre scrivanie. In altre parole, non ci considera nessuno. Una situazione davvero preoccupante. Non possiamo tacere! L’uso di armi da fuoco contro civili è ammissibile soltanto se detti civili partecipano direttamente ad azioni ostili. E sia chiaro che se un gruppo di terroristi armati vuole superare il confine con Israele, questa non può in alcun modo essere definita azione ostile. Vi sono mezzi non letali per contenere e disperdere proteste anche di massa. Per esempio si potrebbero accogliere con fiori e cioccolatini questi militanti di Hamas intenzionati a stabilirsi a Ashdod e Tel Aviv e rendere gli ebrei minoranza, in modo che Israele diventi come le periferie parigine, dove portare la kippah è pericoloso. Sarebbe un meraviglioso passo avanti per la laicità dello Stato e la convivenza tra le religioni. Annullare la presenza ebraica in quella parte di Medio Oriente che per ora si chiama Israele sarebbe il modo di mostrare al mondo che l’Europa ha imparato la lezione della Seconda Guerra Mondiale. Chiediamo, soprattutto, che tacciano le armi e si cerchino ora e per il futuro, da parte di tutti, le vie politiche del dialogo, della conoscenza reciproca e della pace in tutta la regione. Se poi trovate un posticino per noi in qualche Università iraniana saremmo riconoscenti. Che i concorsi qua in Italia non si sa quando li fanno. Steiumanne. Plotzek Wlodkorn (studioso del Bundismo), Gad Ovadia (Comunità Palestinese di Roma), Cesare Di Donatello (presidente della Julius Evola Foundation), Roberto de Savi de Sion (Comitato scientifico di Wikipedia), Alessandro Koperki (giornalista ed autore televisivo), Fulvio Sbaglione (direttore del bollettino della parrocchia San Simonino da Gaza) Appello sottoscritto anche dalle seguenti associazioni: Collettivo Femministe per l’Infibulazione, Macellai Vegani e Halal, Comitato Femminista per il diritto alla poligamia, Allievi del Maestro Leonardo, Piattaforma LGBT Palestinese per la lapidazione
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