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Corriere della Sera-Il Foglio Rassegna Stampa
26.05.2018 L'antisemitismo che un paese democratico non deve tollerare
Anche se si presenta come odio contro Israele. il forte intervento di Ruth Dureghello

Testata:Corriere della Sera-Il Foglio
Autore: Redazione Roma-Editoriale
Titolo: «La dura reazione della presidente Dureghello»

Antisemitismo e odio per Israele sono in crescita anche in Italia. E' inutile chiedersi ogni volta perchè. Avvelenata da una disinformazione spalmata su moltissimi media, sia cartacei che televisivi, la cosiddetta publica opinione assorbe alte quantità di veleno che danno il risultato previsto. Ogni occasione è buona, e sarà sempre peggio, grazie alla corresponsabilità dei media.
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi,26/05/2018, a pag.3 dell'edizione romana, una cronaca con il forte commento di Ruth Dureghello, tresidente della Comunità ebraica romana. Dal FOGLIO, a pag.3, un editoriale altrettanto duro

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Ruth Dureghello

Corriere della Sera,Roma- "La dura reazione della presidente Dureghello  .«Minacciare assalti contro di noi è antisemitismo»

 «Sia chiaro: profanare la memoria di una sopravvissuta alla Shoah e minacciare assalti al quartiere ebraico contro il Giro d'Italia non è una presa di posizione contro Israele, è antisemitismo. Un paese democratico non può permetterlo». Così ieri su Twitter la presidente della Comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, commentando la comparsa di una bandiera palestinese e uno striscione «Il giro è sporco di sangue» sul ponte intitolato a Settimia Spizzichino alla circonvallazione Ostiense. Un'azione contro il Giro d'Italia, partito quest'anno da Israele e che farà la tappa finale domenica nella Capitale. Le misure di sicurezza riguardano anche la zona del Portico d'Ottavia, interessata non soltanto dalla «green zone» di domani ma anche dal circuito dell'ultima tappa della corsa ciclistica, proprio per impedire manifestazioni estemporanee che sono peraltro vietate.

Il Foglio-Editoriale: "Giù le mani dal Giro d'Italia e da Israele"

Giù le mani dal Giro d'Italia e da Israele. Striscioni antisionisti e minacce agli ebrei per il passaggio della corsa a Roma. Sia chiaro: profanare la memoria di una sopravvissuta alla Shoah e minacciare assalti al quartiere ebraico contro il Giro d'Italia non è una presa di posizione contro Israele, è antisemitismo. Un paese democratico non può permetterlo". Cosi Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica di Roma, ha commentato il clima d'odio con cui i boicottatori di Israele e gli antisemiti si preparano ad accogliere il Giro d'Italia nella capitale. Due notti fa, sul ponte Spizzichino di Roma, è comparso uno striscione con la bandiera palestinese e slogan contro il Giro partito da Gerusalemme per i 70 anni dello stato ebraico e definito "sporco di sangue". Coincidenza sinistra, il cavalcavia Ostiense porta il nome di Settimia Spizzichino, l'unica ebrea sopravvissuta alla retata nel ghetto di Roma del 16 ottobre 1943. Adolf Eichmann chiamava queste azioni "samstagschlag", la sorpresa del sabato. Fu quando l'Europa e l'Italia decisero di versare il sangue dei loro ebrei. Ora ricompaiono slogan sul ponte che porta il nome di quella donna che fu anche una partigiana, in una Europa dove si versa nuovamente il sangue degli ebrei, come Mireille Knoll, e si fomenta la guerra santa di chi a Gaza vorrebbe colorare con il sangue degli israeliani il Mediterraneo. Ha ragione la nipote di Settimia Spizzichino, Carla Di Veroli, a commentare cosi la vicenda: "Bandiera e striscioni sono stati già rimossi. Trovo vergognoso e oltraggioso per mia zia, per coloro che nei lager sono stati sterminati e per gli ex deportati, aver compiuto un gesto che ancora una volta, in modo ignobile, tenta di far passare l'equazione Gaza come Auschwitz". Quello striscione lo avranno messo dieci scalmanati, ma a quella equazione orrenda credono in tanti. Forse i più. E' li che si agita l'antisemitismo peggiore.

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