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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.05.2018 Al Azhar e l'ondata di antisemitismo musulmano
Analisi di Zvi Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 maggio 2018
Pagina: 1
Autore: Zvi Mazel
Titolo: «Al Azhar e l'ondata di antisemitismo musulmano»

Al Azhar e l'ondata di antisemitismo musulmano
Analisi di Zvi Mazel

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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La moschea Al Azhar del Cairo

Il Manifesto pubblicato il 21 aprile da 300 personalità francesi che denunciavano quello che chiamavano un nuovo antisemitismo dovuto alla radicalizzazione musulmana, ha incastonato un nido di vespe nelle sacre sale di Al Azhar, il grande centro di apprendimento e ricerca dell'Islam sunnita e della sua dottrina. "Nella nostra storia recente, si legge sul manifesto, undici ebrei sono stati appena assassinati, e alcuni di loro sono stati torturati da islamisti radicali perché erano ebrei ... .i versetti del Corano che ordinano l'omicidio e la punizione di ebrei, cristiani e non credenti dovrebbero essere dichiarati nulli e cancellati dalle autorità religiose islamiche ". Il 24 aprile Al Azhar, su ordine dello Sceicco Abbas Shuman ha reagito con rabbia, negando che esistessero tali versetti; solo qualcuno che ha commesso un crimine o un omicidio può essere messo a morte.

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L'Islam, ha detto, non può essere ritenuto responsabile per la interpretazione errata di coloro che applicano quanto leggono senza considerare la versione data dai saggi islamici. I versetti che chiedono di uccidere sono in realtà versetti di pace, che si riferiscono alla giusta punizione per atti di aggressività e che prendono di mira solo il responsabile. Ha aggiunto che il diritto all’auto difesa, il proprio paese e il proprio onore, nonché di combattere i nemici – anche la creazione di una forza armata - per scoraggiarne il pericolo,è riconosciuto da tutte le religioni. Sheikh Shuman ha concluso consigliando coloro che hanno osato interpretare in modo sbagliato il sacro testo, aria, di desistere; tuttavia, se dovessero persistere, che vadano al diavolo con i loro fraintendimenti e le loro richieste. Gli fa eco il Grande Imam Sheikh al Azhar, Ahmad al Taieb, che ha dichiarato il 27 aprile, durante la lezione settimanale, che è stato il sionismo mondiale a falsificare l'Islam, in Occidente come in Oriente. Alcuni giorni dopo, nella sessione di apertura di una conferenza su’ Legge e Sharia’ nell'università di Al Azhar Abbas Shuman ha lodato la sharia, incaricando gli studiosi islamici di presentare "il vero volto dell'Islam" come versetti del Corano che predicano la pace e la fraternità che, se fossero stati applicati, avrebbero portato la pace in tutto il mondo. Obbedire e seguire la sharia è un obbligo, non una scelta. Nella stessa occasione il Mufti d'Egitto, Shawky, ha affermato che la sharia islamica può essere praticata in ogni momento e in ogni luogo. Ci si sarebbe potuti aspettare che, dopo una dimostrazione inequivocabile della natura pacifica della sharia, Al Azhar avrebbe rapidamente condannato tutte le manifestazioni di antisemitismo islamico e più specificamente quello che sta accadendo in Europa.

Il problema è purtroppo che tutti i ben noti riferimenti offensivi agli ebrei e ai non credenti si trovano nel Corano e sono citati abitualmente dai predicatori musulmani per incitare contro gli ebrei e Israele. “Oh voi credenti, non fate amicizia con quelli tra le persone cui è stata data la Bibbia. Fate guerra a coloro ai quali la Bibbia è stata data prima e che non credono in Allah”.È vero che ci sono anche riferimenti positivi agli ebrei; nella stessa Sura 5, il verso 20 ribadisce che la terra santa fu promessa agli ebrei come dice Sura 10 versetto 104; tuttavia gli studiosi musulmani spiegano che i versi successivi citati sopra annullano i precedenti versi apparentemente favorevoli gli ebrei. Poco dopo la sua elezione, il presidente Abdel Fattah al Sissi, in visita ad Al Azhar il 1° gennaio 2015 per la celebrazione del compleanno del profeta, ha esortato molti saggi islamici a modificare la narrativa estremista che aveva preso il controllo dell'Islam, per adattarlo ai tempi moderni, sostenendo che era favorevole alle guerre fratricide tra gli arabi e che in ogni caso il mondo non era pronto ad accettarla. Nello stesso tempo, il presidente ha incaricato il ministero dell'Istruzione di cancellare dai libri scolastici una serie di parti che incitano alla violenza o invocano la jihad. Alcuni di questi testi hanno trattato le sanguinose guerre intraprese da Salah ed Din in Medio Oriente e da Okba Ibn Nafaa, che ha conquistato il Nord Africa, lasciando una scia di violenza e distruzione. Alcuni riferimenti sprezzanti agli ebrei - ma non tutti - sono stati cancellati. La mossa è stata aspramente criticata perché avrebbe cancellato eventi storici che fanno parte della tradizione e del patrimonio islamico.

Al Azhar tuttavia non ha rispettato la richiesta del presidente. I suoi principali esponenti hanno ripetuto che nessuno aveva il diritto di emendare la sharia. Ciò ha portato a un persistente stato di tensione tra la presidenza e l'istituzione. I commenti dello sceicco Abbas Shuman dimostrano ancora una volta che i chierici di Al Azhar sono ostili a qualsiasi cambiamento. Quando il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha chiesto il loro sostegno per la sua decisione di adattare le leggi sull'eredità al fine di raggiungere l'uguaglianza tra uomini e donne, la risposta di Sheikh Al Azhar è stata immediata e inequivocabile. Le domande relative all'eredità e alla famiglia sono contenute nei dettagli nel Corano e non possono essere soggette a interpretazione. Nei media arabi viene spesso argomentato che, sebbene Al Azhar si presenti come promotore della "via di mezzo" nell'Islam, gli studi della sua Università islamica - la più nota e rispettata nel mondo islamico - è dedicato a un libro sacro, testi e tradizioni risalenti alla nascita dell'Islam. Includono il Corano e gli Hadith - la biografia del Profeta - così come i commenti e le interpretazioni che riflettono atti e comportamenti che all'epoca erano la norma ma che oggi non sono più accettabili - come ad esempio la jihad e l'odio verso i non musulmani . È proprio sulla base di questi testi che lo Stato islamico fondato da Abu Bakr al Baghdadi ha commesso crimini barbari, come bruciare vivo un pilota giordano, stuprare le prigioniere e venderle come schiave e persino in qualche modo mangiare carne umana. Gli studiosi di Al Azhar confutano queste accuse. I testi sono irreprensibili, sostengono, sono distorti da individui senza scrupoli o semplicemente da persone ignoranti. Non solo, ma sono necessari per capire il Corano; senza di loro, tutti lo interpreterebbero come ritengono opportuno.

La logica non serve, bisogna aderire ai commenti antichi che riflettono solo l'interpretazione autentica. Cambiarne i contenuti è vietato. Il loro unico compito è quello di preservare il vero contenuto religioso « appreso da padri» Per come stanno le cose oggi, la tanto necessaria riforma dell'Islam rimane impossibile. Verso la fine del XVIII secolo, quando i valori occidentali penetrarono nel mondo islamico, diversi luminari musulmani del tempo cercarono di adattare la loro religione agli imperativi della vita moderna. Hanno fallito. Forse per reazione, il ventesimo secolo ha visto la nascita di una interpretazione estremista. La Fratellanza Musulmana, creata nel 1928, rianimò il movimento salafita invocando il ritorno alle fonti, al tempo del Profeta e dei Califfi per diffondere il potere dell'Islam contro l'Occidente. Organizzazioni terroristiche come Al Qaeda, lo Stato islamico, Boko Haram e altri derivano da questi principi. Hanno combattuto e stanno ancora combattendo guerre feroci che distruggono il mondo musulmano e ne bloccano il cammino verso il progresso. Sembra sia impossibile sconfiggere la Jihad, l'odio verso l'altro e quello contro gli ebrei, a meno che un'improbabile primavera islamica porti il tanto atteso cambiamento.


Zvi Mazel è stato ambasciatore in Svezia dal 2002 al 2004. Dal 1989 al1992 è stato ambasciatore d’Israele in Romania e dal 1996 al 2001 in Egitto. È stato anche al Ministero degli Esteri israeliano vice Direttore Generale per gli Affari Africani e Direttore della Divisione Est Europea e Capo del Dipartimento Nord Africano e Egiziano. Collabora a Informazione Corretta


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