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La differenza A destra: Donald Trump, Mike Pompeo Cari amici, “Primo, rivelare all’Aiea le dimensioni militari del programma nucleare e abbandonarlo per sempre, con verifiche certe; secondo, fermare l’arricchimento; terzo, dare all’Aiea accesso a tutti i siti; quarto, rinunciare al programma missilistico; quinto, rilasciare i detenuti americani; sesto, interrompere gli aiuti a terroristi come Hezbollah, Hamas e Jihad islamica palestinese; settimo rispettare la sovranità dell’Iraq; ottavo, abbandonare gli houthi nello Yemen; nono, ritirarsi dalla Siria; decimo, stop alla collaborazione con talebani e al Qaeda; undicesimo, stop al sostegno che la Guardia repubblicana offre al terrorismo in tutto il mondo; dodicesimo, cessare le minacce ai vicini, come Israele, Arabia, Emirati.” (http://www.lastampa.it/2018/05/22/esteri/pompeo-attacca-liran-ricever-le-sanzioni-pi-dure-della-storia-se-non-cambia-politica-miNd6EdFtciA5bCs9LdeqN/pagina.html). Detto in una frase semplice, quel che l’America vuole dall’Iran è che smetta la sua politica aggressiva, imperialistica, di appoggio ai terroristi e di minaccia ai paesi vicini e di conseguenza che smetta di costruire armamenti aggressivi come i sistemi missilistici a medio e lungo raggio e le bombe nucleari. Del resto l’Iran non ne ha affatto bisogno, confinando con stati molto deboli per diverse ragioni (Afghanistan, Armenia, Azerbaigian, Iraq, Turkmenistan, Kuwait) o tradizionalmente non ostili, come il Pakistan e la Turchia. Anche come dirimpettai sul mare ha stati deboli o non nemici se non in quanto oggetto del suo imperialismo, come Bahrein, Emirati, Arabia. Non c’è comunque nessuna richiesta di subordinazione alla politica americana o di perdita della propria indipendenza, solo la rinuncia all’aggressione. Anche in questo l’America di Trump, dopo la stupida o più probabilmente vergognosa parentesi di Obama ha ritrovato il proprio ruolo di difesa della libertà nel mondo, di contrasto all’aggressione, che la portarono a intervenire nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale e a opporsi all’imperialismo dell’URSS. L’America di Trump è di nuovo grande, come Trump aveva promesso. L’accordo recentissimo concluso con la Cina che comporta un’enorme riduzione del deficit commerciale lo dimostra ampiamente. Forse proprio per questo i giornali italiani non ne hanno parlato. E in cambio l’Europa? Dovrebbe preoccuparsi dell’Iran assai più dell’America, visto che è quasi un vicino e la sua aggressività è regionale. E invece procede come se la relazione con l’Iran avesse solo una natura commerciale, si interessa solo di non perdere relazioni di affari e dunque di come sabotare meglio le sanzioni di Trump (peraltro senza troppa speranza): https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-5265949,00.html. Ecco, la differenza fra un paese che ha una politica e delle convinzioni solide sulla vita internazionale e chi invece pensa solo agli affari (e ai propri pregiudizi antisemiti contro Israele) è tutta qui.
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