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Siamo circondati: le parole di Gramellini e la 'Terra Santa' di papa Bergoglio
"Le parole della settimana", conduttore Massimo Gramellini. Come dicevo, siamo circondati, non c'è giornalista, non esiste intellettuale che non condanni e denunci la perfidia di Israele che spara a raffica sui poveri angioletti palestinesi, quei giocherelloni che in fin dei conti lanciano solo qualche bombetta, distruggono la terra bruciando decine di migliaia di copertoni e fanno svolazzare degli aquiloni. Si è vero, gli aquiloni, che oltre ad essere disegnati con delle svastiche (simbolo di quello che è Hamas), sono adornati di bombe incendiarie, particolare insignificante di cui nessuno parla. Meno male che ogni tanto gli italiani sono, come dire, un po' distratti dalle elezioni e dal totopremier. Se non avessimo questi pochi minuti di tregua, il linciaggio di Israele da parte di questi adoratori della religione della sinistra, il propalestinismo, ci bombarderebbe h24. Ho letto da qualche parte sul web che Enrico Mentana ha definito "imbecilli" tutti quelli che hanno protestato per le sue esternazioni alla radio, tipo definire i soldati di Israele "uomini armati con la stella di Davide" oppure che Israele è nata come premio di consolazione per la Shoah. Io ne ho scritto addirittura un articolo quindi faccio, orgogliosamente, parte degli imbecilli. Quello che lascia interdetti di questi "grandi" della disinformazione è la boria che hanno, è il non saper chiedere scusa per gli errori, voluti o non voluti, che fanno. Quello di Mentana sulla Shoah e la conseguente nascita di Israele è una menzogna talmente madornale, smentita dalla storia, che il giornalista avrebbe dovuto sentirsi obbligato a chiedere umilmente scusa. Invece, per lui, siamo degli imbecilli! Grazie, altrettanto! Bene, continuando la lunga lista dei conduttori televisivi incapaci di vedere al di là dei loro nasi e di uscire dalla prigione mentale del filopalestinismo a tutti i costi, arriviamo a domenica 20 maggio con la trasmissione settimanale "Le parole della settimana" condotto da Massimo Gramellini. Programma noioso che personalmente non guardo mai ma che mi è stato segnalato da una gentile lettrice di informazionecorretta. Gramellini ha aspettato gli ultimi 5 minuti della trasmissione per tirare la sua sciabolata al cuore di Israele. E cosa poteva coinvolgere di più il pubblico se non la storia di una bambina palestinese morta, secondo lui e tanti altri, a causa dei lacrimogeni del cattivo Israele? Ma sentite come l'ha raccontata questo campione di tiralacrime targato RAI Radio Televisione Italiana. "La bambina era a casa, poi la mamma l'ha lasciata a uno zio per correre al confine dove si svolgevano gli scontri (è normale, vero, che una madre lasci a casa una neonata malata per andare a tirar bombe molotov contro Israele! Boh!). Siccome la bambina piangeva -continua il Gramellini con espressione funerea- lo zio l'ha presa ed èd corso anche lui al confine dove la bambina ha respirato il gas dei lacrimogeni israeliani" Dunque, come pare sia normale che una mamma lasci una figlia neonata e malata di cuore.... (secondo la versione israeliana...dice..quindi non credibile?) a casa con un parente per correre a fare la guerra, è altrettanto normale che questo zio prenda la bimba e corra anche lui sul luogo degli scontri? A questo punto mi chiedo come sia possibile che un giornalista, se dotato di senso critico, non si renda conto delle cazzate che dice. E poi, perchè la bambina dovrebbe essere morta a causa dei lacrimogeni e non a causa del muro di fumo nero provocato da migliaia di copertoni bruciati che tutti hanno visto in Tv, Gramellini escluso? I medici palestinesi hanno parlato di gravi problemi al cuore, infine è uscita la verità, la morte è stata indotta per avere i soldi promessi da Hamas per ogni martire. Quale miglior martire di una bambina di otto mesi che tanto sarebbe comunque morta di suo? Insomma, un giornalista, anzichè indignarsi per il cinismo e la barbarie di certi genitori, cosa fa? Espone alla vista di un pubblico pronto a bere ogni panzana purchè contro Israele, una gigantografia stile caravaggesco, evidentemente manipolata con photoshop, nelle luci e negli abiti rosso fuoco della "supposta" mamma, definita "come una madonna" dal giornalista. "Passa differenza tra un numero e un essere umano" conclude Gramellini. Verissimo. La cosa strana è che quando vengono ammazzati bambini ebrei, sia in Israele che in Europa (ricordiamo i tre bambini della scuola ebraica di Tolosa ammazzati da Mohammad Merah con un colpo di pistola in testa), non ricevono nemmeno l'onore di essere nominati nei telegiornali.
Lasciamo Gramellini per finire con Papa Bergoglio che nell'omelia della messa di Pentecoste si è messo a citare gli Atti degli Apostoli in cui si parla di "una strada deserta, da Gerusalemme a Gaza" e ha aggiunto "Come suona doloroso questo nome. Lo Spirito Santo cambi i cuori e porti pace in Terra Santa". Vorrei dire al Papa che pronunciare la parola Israele non gli dovrebbe procurare una sincope. Possibile che non ci riesca? Non vuole dirla a causa della sua evidente avversione per lo stato ebraico o per paura di offendere i suoi amici e fratelli musulmani? Israele, Bergoglio, si chiama Israele, non mi stancherò mai di dirglielo. Da più di un mese i terroristi di Gaza hanno attaccato Israele, non un' immaginaria e inesistente terra santa. Non è una parolaccia, Bergoglio, è il nome di una nazione democratica che i suoi amici e fratelli musulmani vogliono eliminare dalla carta geografica. Si chiama Israele e io mi permetto di pretendere che lei rispetti quel nome.
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