IC7 - Il commento di Astrit Sukni
Dal 13 al 19 maggio 2018
Per la vita
Ogni paese sovrano difende i propri confini. Quando un paese sovrano difende i propri confini da infiltrazioni, nessuno ha nulla da obiettare perché in fondo ha esercitato il suo diritto alla legittima difesa. Ma c’è un paese nel mondo che, prima di difendere i propri confini, deve chiedere il “permesso” alla Comunità Internazionale, all’UE e all'opinione pubblica occidentale e non: Israele. Un paese sovrano, libero e democratico. Qualsiasi mossa faccia per difendere i suoi cittadini, c’è sempre qualcuno, comodamente seduto in poltrona, che gli dirà che ha fatto un uso sproporzionato della forza. E’ impressionante come un fazzoletto di terra riesca ad attirare su di sé l'attenzione di un mondo intero, pronto a puntargli il dito contro. Si organizzano riunioni d’emergenza di qualsiasi Consiglio che sia delle Nazioni Unite, UE, Lega Araba e tutti quei Consigli sui Diritti Umani e roba simile. Tutti escono con una dichiarazione di condanna: uso spropositato della forza, invitando Israele a moderare la risposta. Questo ti fa capire che tutti amano i palestinesi. Tutti scendono in piazza e organizzano sit-in davanti a ambasciate, etc. Sono i profughi eterni di questa Terra che i cattivi israeliani opprimono e che i finti buonisti amano, li vorrebbero salvare. Ma come fare?
Tutta una messa in scena. I più accesi sostenitori sono gli europei che, mossi da un atavico sentimento antigiudaico, difendono anche l’indifendibile. I palestinesi - per gli europei - sono come un carburante che nutre l’antisionismo (diritto di Israele di difendersi) e l’antisemitismo (odio verso gli ebrei tout court). Agli europei non interessa se l’ANP e Hamas sfruttano il popolo palestinese per aver visibilità e consolidamento presso l’opinione pubblica internazionale e presso le cancellerie occidentali. Dagli occidentali ANP e Hamas ricevono miliardi di dollari che tutti sappiamo come vengono spesi. Il palestinese è un’arma contro Israele. Carne da immolare al confine tra Gaza e Israele. Fa niente che donne bambine rischino di morire. L’importante è non perdere interesse presso la Comunità Internazionale. I media e la stampa sono lì pronti a distorcere la realtà dei fatti. L’unica fonte attendibile dei media diventano i vari ministeri di Hamas, i terroristi.
Nessun europeo si scandalizza per quello che succede in Siria. Nessuno è sceso in piazza a protestare contro Assad e Russia, che radono al suolo a giorni alterni il campo profughi palestinese di Yarmuk. Semplice, Israele non c’entra nulla. Così come Israele non c’entra nulla in tutte le guerre che ci sono in Africa e delle quali nessuno parla. Nessuno si indigna o protesta contro la Turchia, che da 40 anni occupa illegalmente Cipro Nord e bombarda i curdi ad Afrin senza che nessuna cancelleria occidentale abbia protestato. Siria, Iran, Turchia e palestinesi possono permettersi il lusso di fare il bello e il cattivo tempo. Israele no. I palestinesi di Gaza o di Giudea e Samaria servono all’Europa per esercitare il suo sport preferito: l’antisemitismo. L’Europa non ha mai perdonato agli ebrei di essere sopravvissuti e di avere prosperato magnificamente dopo la Shoah. E’ triste come l’Europa, che piange gli ebrei morti per mano del nazismo, oggi sia diventata alleata del nazislamismo palestinese e dell’Iran, che vogliono la distruzione dello Stato di Israele. Ma noi continueremo ad amare Israele e a difendere Israele e il suo popolo. Continueremo a gioire delle cose belle perché amiamo la vita. E Israele ama la vita.
Astrit Sukni - IC redazione