Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 20/05/2018, a pag.17 con il titolo "Pace per Gerusalemme", l'articolo di Giorgio Bernardelli
persone inermi...
"persone inermi, soluzioni alternative alla violenza ", scrive Bernardelli, secondo l'abituale attitudine di nascondere da quale parte stiano le responsabilità dell'inizio delle violenze. Come avrebbe dovuto comportarsi Israele di fronte a una invasione di migliaia di persone che avrebbero massacrato gli abitanti dei villaggi israeliani situati al confine con Gaza? Bernardelli, ipocrita come sempre, lo lascia capire dalle invocazione alla pace, tattica comune con chi non vuole entrare nei fatti. Una ennesima dimostrazione delle posizioni del quotidiano dei vescovi italiani. In questi caso persino in difesa di criminali come i miliziani di Hamas.
Giorgio Bernardelli
Pregare per non cedere alla rassegnazione. È con questo spirito che ieri i cristiani di Gerusalemme hanno vissuto la veglia indetta dal Patriarcato latino dopo le gravi violenze degli ultimi giorni. In tanti hanno gremito la chiesa di Santo Stefano - poco lontana dalla Porta di Damasco - in comunione con quanti, in Italia, hanno aderito all'appello rivolto dall'amministratore apostolico, monsignor Pierbattista Pizzaballa, alla vigilia di Pentecoste. Una preghiera giunta mentre il bilancio delle vittime degli scontri saliva a 64 persone con la morte a Gaza di due dei palestinesi feriti nelle dimostrazioni di lunedì. E dopo che nuovi scontri, con ulteriori feriti, si sono registrati nella Striscia anche l'altra sera «Dobbiamo constatare che la violenza e la forza sono considerate l'unico linguaggio possibile e che parlare di dialogo è diventato solo uno slogan - ha commentato amaramente monsignor Pizzaballa -. Davanti all'uccisione di persone inermi, al rifiuto ostinato a trovare soluzioni alternative alla violenza, d sentiamo impotenti». Ma anche la Scrittura ha aggiunto - parla di un tempo in cui il profeta Isaia si meravigliava «perché nessuno intercedeva» di fronte alle mani macchiate di sangue. «Sembra una fotografia della nostra realtà: violenza che provoca morte, giustificata e coperta da procedure per le quali la verità non è necessaria. Ma proprio per questo siamo qui oggi, per chiedere al Signore che il suo braccio e la sua giustizia ci sostengano». Una preghiera che è anche un compito per la comunità cristiana di Gerusalemme: lo Spirito Santo - ha invocato monsignor Pizzaballa- «ci renda capaci di accogliere la realtà senza menzogne e senza illusioni, metta sulle nostre labbra parole di consolazione, ci dia il coraggio della difesa della giustizia senza compromessi con la verità e nel rispetto della carità. Ci renda capaci di perdono».
Delle soluzioni politiche - a margine del rito - ha parlato all'agenzia Sir il Custode diTerra Santa, Francesco Patton: «Due popoli, due Stati è la soluzione che la comunità internazionale porta avanti e che come Chiesa sosteniamo ancora - ha spiegato -. Nella politica e nella diplomazia nulla sorge e tramonta in forma definitiva. Andare verso questa direzione dipenderà molto dalle spinte internazionali».
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