Riprendiamo dal CORRIERE del TICINO l'analisi di Davide Romano dal titolo "A Gaza regna il terrore di Hamas "
Davide Romano
la bandiera palestinista con la svastica nazista
Le immagini che ci arrivano dalla frontiera tra Gaza e Israele non possono che addolorare. Settimanalmente questi manifestanti palestinesi si contrappongono ai soldati di Gerusalemme, e qualsiasi persona di buon cuore nella scelta tra militari e civili non può che stare con i secondi. L’esperienza ci insegna però che in guerra la prima vittima è la verità. E allora proviamo a decriptare le immagini che vediamo con i dati a disposizione: il Centro di informazione sull’intelligence e il terrorismo (LITC) di Tel Aviv ha pubblicato un’analisi secondo cui l’80% dei primi 40 palestinesi uccisi sul confine erano «membri attivi o fiancheggiatori di gruppi terroristici». Del resto non è un mistero che la stessa Hamas ha pianto tanti suoi membri morti negli scontri al confine. Dunque, a meno che qualcuno creda che i soldati israeliani abbiano la capacità di distinguere un terrorista in abiti civili a centinaia di metri di distanza, bisogna ragionevol- mente considerare che tra quella folla che vediamo cercare di sfondare il confine ci sia una fortissima componente di miliziani di Hamas. Ma cos’è un membro di Hamas? E soprattutto, cos’è Hamas per un civile di Gaza? Ribaltiamo la prospettiva dunque, e vediamo tutto dalla parte del civile palestinese che abita a Gaza. Hamas è quell’organizzazione che quando Israele si è ritirata da Gaza ha fatto distruggere le serre che gli ebrei avevano lasciato perché «sioniste». Dunque hanno cancellato la possibilità di lavoro e reddito per i palestinesi di Gaza in nome dell’odio. Non solo. Hamas governa Gaza dal 2006, dove ha vinto le elezioni con il 44% dei voti, contro il 41% di Fatah. Da quel giorno non si può più votare. La libertà di stampa è assente. Se un palestine- se vuole incontrare un israeliano per parlare di pace, viene (se va bene) incarcerato. A Gaza insomma, regna il terrore, e l’ordi- ne viene garantito proprio da questi miliziani che vediamo in abiti civili. Ma non facciamoci ingannare, di civile hanno ben poco: sono infatti gli stessi che in stanze buie e senza controllo torturano i propri connazionali con coltelli e bastoni, spezzando le ossa degli oppositori e spesso uccidendo i detenuti senza processo (tutte cose denunciate da Amnesty International) magari solo perché gay. Questi sono i miliziani di Hamas che manifestano per la libertà di entrare in Israele senza alcun con- trollo. Ora vediamo le cose dal punto di vista israeliano, per capire perché i soldati sparano. Pochi giornalisti hanno fatto lo sforzo di distogliere le telecamere dal confine e ruotarle di 180 gradi per guardare cosa c’è dietro lo schieramento dei soldati di Geru- salemme. Qualcuno lo ha fatto e si può vedere su internet cercando «I’m at the Gaza border» («sono al confine di Gaza»): a poche centinaia di metri dal confine ci sono case, scuole, aziende dove gli israeliani vivono in pace. Questi sì, sono davvero civili. E quando si parla di israeliani, giova ricordare che si parla di ebrei, musulmani (il 20% della popolazione) e cristiani che vivono insieme in pace come in tutta Israele. Con problemi certo, come in tutte le democrazie. Ma dove si vive gli uni accanto agli altri. Lo so, viene difficile a noi occidentali pensare che dei «civili» che manifestano possano essere assassini spietati. Ma i vari attentatori kamikaze in Europa non erano anch’essi «civili»? Peraltro Hamas non cerca neppure di nascondere il proprio pensiero, sin dal proprio statuto che recita: «L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno». Ma non ce l’hanno solo con gli ebrei, nella loro Carta fondativa (rintracciabile su internet) si sostiene che il Rotary Club e i Lions Club vogliano distruggere la società. Sono cose che ci fanno sorridere, per quanto sono deliranti. Ma questi ci credono davvero. Basti pensare che insegnano ai bam- bini a scuola l’odio per l’Occidente e addirittura organizzano campi estivi di addestramento al terrorismo per bimbi dall’età di 6 anni in su. Ora, dopo avere iniziato a fare chiarezza su chi sono questi civili «spezzaossa», possiamo tornare alle prime righe iniziali. E domandarci se al posto degli israeliani faremmo entrare nel nostro Paese questi fanatici.