Bibi e i bugiardi
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Ascoltando le incredibili rivelazioni del Primo Ministro israeliano domenica 30 aprile, la prima sensazione è stata una sorta di stupore pieno di ammirazione. Cosa? Degli agenti israeliani infiltrati in Iran sono entrati nel sancta sanctorum della ricerca nucleare iraniana? Proprio dove sono conservati gli archivi più segreti? Sono riusciti a far in tempo a prelevare una mezza tonnellata di materiali ultra segreti - documenti e file su CD - senza essere scoperti? Ed alla fine sono riusciti a far uscire questa considerevole mole dal territorio iraniano? Questa è un’impresa che farebbe schiattare d’invidia qualsiasi James Bond del mondo. Ci immaginiamo i pericoli corsi, il destino che avrebbe colpito quegli agenti se fossero stati catturati.
E poi, alla luce di quanto è stato decriptato dagli esperti israeliani, ci rendiamo conto della menzogna dei leader iraniani. Avevano ripetuto fino alla nausea che il loro Paese non aveva mai avuto intenzione di sviluppare l'arma atomica, cosa che per giunta sarebbe stata contraria ai principi dell'Islam, mentre i documenti mostrano che lo sviluppo di quest'arma è per l'Iran un obiettivo strategico essenziale ( e non c'è ragione di credere che questo obiettivo sia cambiato ).
Il discorso del Primo Ministro era stato trasmesso in diretta e nella sua interezza, al vasto pubblico della CNN ( è uscito integrale anche su IC, NdT il 2 maggio ) mentre dai media occidentali e arabi era stata trasmessa la parte essenziale.
Poi si è verificato uno strano fenomeno. Non appena si spensero i riflettori, esplose un violento contrattacco. Sempre le solite storie, proclamano a gran voce i media. La montagna ha partorito un topolino. Le cosiddette rivelazioni del Primo Ministro israeliano? Vecchie storie che tutti sapevano e che non hanno dimostrato nulla. O meglio, che provano quanto l'Occidente aveva avuto ragione nel concludere un accordo con l'Iran per bloccare qualsiasi rischio di sviluppare armi nucleari.
Inoltre, tutto sta ad indicare che Teheran rispetta i suoi obblighi, poiché i controlli degli esperti dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica non hanno rilevato fino ad oggi alcuna violazione.
Insomma, piovono critiche da tutte le parti. Non si fa alcun riferimento all'impresa del Mossad, che viene ampiamente trascurata. Si accusa Benjamin Netanyahu di aver voluto sviare l’attenzione dai suoi problemi legali e da altro ancora; viene accusato di aver portato acqua al mulino di Trump per convincere il Presidente americano a ritirarsi dall'accordo. E ci si indigna anche perché lui, leader di un Paese che detiene l'arma atomica, si permette di opporsi a che anche altri l’abbiano.
I commenti che i gruppi moderati dei grandi quotidiani lasciano passare con compiacimento, si scatenano contro lo Stato ebraico e colui che lo dirige.
È necessario tendere bene l'orecchio per ascoltare il suono distante delle altre campane. In particolare, la cauta dichiarazione dell'AIEA, che secondo l’AFP (l’Agenzia France-Presse), ha dichiarato di non avere "alcun indizio credibile di attività in Iran legate allo sviluppo di un dispositivo nucleare dopo il 2009."
Netanyahu non ha detto nulla di ciò. Alcune voci nelle capitali europee parlano improvvisamente di "revisioni" da apportare all'accordo. Gli esperti dell'AIEA vogliono vedere i documenti raccolti da Israele. In particolare, i rappresentanti di Francia, Inghilterra e Germania si stanno preparando ad andare con discrezione a Tel Aviv per vedere quello che, per loro, è un materiale nuovo e preoccupante.
Perché hanno capito, loro. Hanno capito che, da quello che ha svelato colui che amici e nemici chiamano "Bibi", l'Iran ha mentito nei negoziati che hanno portato all'accordo.
Michelle Mazel, scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. I suoi commenti escono su JForum online