Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/05/2018, a pag.12, con il titolo "Netanyahu: 'Teheran mente. Ha un piano nucleare segreto' " la cronaca di Giordano Stabile. Il pezzo di Stabile merita un elogio, chiaro e completo.
Giordano Stabile
Benjamin Netanyahu denuncia al mondo che l’Iran non «rispetta l’accordo sul nucleare», ha mentito per raggiungere l’intesa e continua a conservare e sviluppare in segreto il know-how per costruire almeno «cinque ordigni atomici della potenza di Hiroshima», il tutto a poche ore da un raid che ha distrutto una base missilistica dei Pasdaran nel cuore della Siria.
La guerra a bassa intensità fra Israele e la Repubblica islamica è salita di altri due gradini e il timore di uno scontro aperto si fa sempre più concreto, in attesa del 12 maggio, quando Donald Trump annuncerà la sua decisione se restare o meno dentro il patto (siglato anche dagli europei) con Teheran.
Benjamin Netanyahu mostra le prove della corsa al nucleare dell'Iran
Per ora le tensioni del Medio Oriente si scaricano sul teatro di guerra siriano. Nella notte fra domenica e ieri una tremenda esplosione ha squassato la base militare sul Monte Taqsis, vicino ad Hama. L’oscurità è stata squarciata da una palla di fuoco, mentre i sismografi nella regione hanno registrato una scossa di 2,6 gradi sulla scala Richter. A saltare in aria erano missili, «almeno 200», e munizioni stoccate nei bunker sotterranei della base, dove è di stanza la 47esima brigata dell’esercito siriano ma l’Intelligence israeliana ha individuato imponenti lavori condotti dai consiglieri militari dei Pasdaran, forse per una «fabbrica di missili».
I bunker sono stati devastati da quello che sembra un raid condotto con bombe a guida laser «Gbu-39B», in grado di perforare il cemento armato. Ordigni che Israele si era procurato anni fa, in vista di un possibile raid sui siti nucleari in Iran. Nelle esplosioni sono morti almeno 38 soldati, compresi dai 13 ai 18 iraniani.
Il governo Netanyahu ha ripetuto che non permetterà all’Iran di «radicarsi in Siria» e negli ultimi cinque anni ha compiuto decine di raid, l’ultimo il 9 aprile. La presenza di missili terra-terra era ancora più minacciosa, perché poteva preludere a una «vendetta» dei Pasdaran con attacco in territorio israeliano, come minacciato dal comandante delle forze aerospaziali dei Guardiani della rivoluzione, Amir Ali Hajizadeh. Il presidente siriano Bashar al-Assad ha denunciato «l’escalation dell’aggressione contro la Siria». Ieri sera Israele ha chiuso lo spazio aereo sul Golan e con la Giordania e poi ha parlato Netanyahu, reduce dall’incontro con il Segretario di Stato americano Mike Pompeo.
Il premier ha mostrato una raffica di slide con «55 mila documenti segreti», raccolti in 183 dischetti, che dimostrerebbero che l’Iran «ha concluso un’intesa basata su menzogne» e sta lavorando per conservare il know-how necessario a realizzare ordigni atomici trasportabili da missili balistici. Per il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif il leader israeliano è come «il ragazzo che grida al lupo, al lupo». Ma il discorso di ieri sera suonava come un rullo di tamburi, tanto che la Knesset ha approvato una legge che autorizza il premier a dichiarare guerra «in circostanze eccezionali» con il solo consenso del ministro della Difesa. In serata poi Netanyahu - che domenica ha condiviso con Trump le informazioni – ha telefonato a May, Macron, Merkel e Putin per spiegare la sua posizione.
Per Federica Mogherini, rappresentante Ue per la politica estera, invece Netanyahu non ha fornito indicazioni che l’Iran ha violato l’accordo del 2015.
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