Non è odio di sé
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
avete presente la brutta storia di Natalie Portman? La notissima attrice, ebrea e nata in Israele, anche se portata negli Usa dai genitori quand’aveva tre anni e naturalizzata americana, ha recentemente rifiutato di prendere parte alla serata in cui sarebbe stato festeggiato il Genesis Pize che le è stato assegnato, dicendo che si sentiva “a disagio” nel comparire in pubblico in Israele dopo gli “eventi recenti” (https://www.theguardian.com/film/2018/apr/20/natalie-portman-israel-genesis-prize). A quanto ho letto, però, non ha restituito l’assegno di due milioni di dollari (http://www.jewishpress.com/news/media/everybody-wins-natalie-portman-keeps-the-2-million-genesis-prize-cancels-the-ceremony/2018/04/21/). Che volete, pecunia non olet, i soldi non puzzano come diceva Vespasiano.
Portman si è affrettata a precisare che non aderisce al BDS, che non ce l’ha con Israele, ma “solo” con Netanyahu. Le possiamo anche credere, anche se non mi vedo un attore americano rifiutare l’Oscar perché ce l’ha con Trump, o uno scienziato rifiutare il Nobel perché non è d’accordo con le politiche migratorie del governo norvegese (specialmente tenendosi i soldi; Sartre effettivamente rifiutò il Nobel, perché i premi letterari gli apparivano troppo borghesi, ma non ha ritirato il premio; Bob Dylan ha fatto una sceneggiata piuttosto pietosa per lo stesso premio ma poi ci è andato.
Natalie Portman
Quel che conta, però, è che al di là delle sue intenzioni, Portman è letteralmente diventata un’icona per gli antisionisti/antisemiti: a Milano, durante il corteo del 25 aprile, ho visto io stesso la sua fotografia sventolata dai quattro gatti spelacchiati che sventolavano bandiere palestinesi e siriane in odio agli ebrei e quel che più conta, un’immagine analoga è stata sventolata, insieme alle svastiche, alle bombe molotov, alle fionde e a tutto l’armamentario, dai militanti di Hamas che cercano di invadere Israele e ammazzare gli ebrei. Trovate qui la foto: https://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/245102.
Sono andati al di là delle sue intenzioni? E’ probabile. Ma forse non del suo calcolo di relazioni pubbliche: avendo l’handicap di essere ebrea, meglio posizionarsi dalla parte della maggioranza e dimostrare a tutti di non essere leale al proprio popolo. E’ una china molte volte sperimentata nella storia, da quel Pablo Christiani (https://en.wikipedia.org/wiki/Pablo_Christiani) che nel XIII secolo in Spagna si convertì al cristianesimo, divenne frate domenicano e guidò la battaglia per bruciare tutti i libri del Talmud e obbligare gli ebrei alla conversione o alla morte (il che fu realizzato due secoli dopo da un suo confratello, anche lui di famiglia convertita, Tomàs de Torquemada, il grande inquisitore: https://it.wikipedia.org/wiki/Tom%C3%A1s_de_Torquemada), fino ai commissari sovietici di origini ebraiche che furono i primi responsabili (loro, prima dei nazisti) della distruzione del mondo Yiddish, ai loro occhi così reazionario. Una cronaca della lotta all’ebraismo dei bolscevichi di origini ebraiche meriterebbe di essere scritta. Per citare solo un piccolissimo episodio, Chagall, che pure era stato un appassionato rivoluzionario, dovette scappare dalla Russia per le persecuzioni guidate da un altro noto artista di origini ebraiche, El Lissitzki, che lo accusava di deviazionismo piccolo borghese per il suo attaccamento alla tradizione ebraica. Ma i casi più tragici e sanguinosi riguardano naturalmente comunità e persone per nulla note, che non avevano modo di fuggire.
Per citare un altro caso significativo, è emerso di recente che le memorie di Edgardo Mortara, il bambino ebreo rapito a Bologna dai gendarmi vaticani nel 1858, sottoposto poi a un lavaggio del cervello tale da indurlo a rifiutare la famiglia e a farsi prete, contenessero espressioni di odio antisemita così ignobili da essere censurate dal suo stesso ordine religioso, sicché l’edizione pubblicata qualche anno fa da un cattolico devoto e polemico come Vittorio Messori risultano incomplete e inesatte (http://www.israelhayom.com/2018/04/22/memoir-of-jewish-boy-kidnapped-by-inquisition-under-scrutiny/).
Certamente la colpa di Edgardo Mortara è relativa, per la violenza cui fu sottoposto; e forse anche Kidman, così politically correct da essere rigorosamente vegana e da sostenere un sacco di “buone cause” nel mondo (https://it.wikipedia.org/wiki/Natalie_Portman), non può essere definita soggettivamente antisemita. Ma il meccanismo è quello: persone che si considerano altamente morali, per ragioni laiche ma anche magari religiose, decidono che fra tutti i popoli e gli stati del mondo devono giudicare proprio Israele, inevitabilmente lo condannano rispetto alla fede, all’etica o anche alla rivoluzione che sognano. Non confrontano, non guardano al resto, non considerano le necessità e i rischi. Non giudicano neppure se stessi, che stanno normalmente schierati dalla parte dei potenti e dei ricchi. Decidono solo che il popolo ebraico o il suo stato non sono all’altezza dei loro criteri e che devono esprimere la loro condanna, magari per essere approvati dai loro amici o da chi dà loro lavoro, potere e soldi.
Che si tratti di Hollywood o del Partito Bolscevico, della Rai o del sistema teatrale italiano, non conta. Quel che importa è spiegare al mondo che si è di origine ebraica, sì, ma non come gli oscurantisti abitanti dei paesi polacchi o spagnoli, o come quegli israeliani che per difendersi dal terrorismo si trovano a dover combattere i terroristi e magari anche a doverli uccidere. Poi si può andare nei salotti, nei teatri, nelle parrocchie, sullo schermo televisivo e far mostra dei propri buoni sentimenti e della propria superiorità morale e intellettuale. Noi ne parliamo spesso in termini di “odio di sé”, ma in realtà le radici del fenomeno sono all’opposto, in un amore di sé miope, egoista, demenziale, attaccato al guadagno, al denaro, al successo. Così mi appare il ritratto di Portman in mano agli assassini palestinisti. E così gli spettacoli, le trasmissioni, gli articoli dei piccoli esemplari di questa specie che abbiamo purtroppo anche in Italia.