Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/04/2017, a pag. 11, con il titolo "Medio Oriente, il tour anti-Iran di Mike Pompeo", il commento di Giuseppe Sarcina.
Giuseppe Sarcina riporta correttamente il tour del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo in Medio Oriente. L'obiettivo numero 1 è contenere l'espansionismo iraniano e privarlo del nucleare.
Ecco l'articolo:

Giuseppe Sarcina

Mike Pompeo
La priorità è l’Iran. Il neosegretario di Stato, Mike Pompeo prende possesso della politica estera americana e traccia la mappa per le prossime settimane. Si lavora al dossier coreano e al faccia a faccia tra Trump e Kim Jong-un. Ma adesso l’urgenza numero uno è contenere Teheran. Nel fine settimana Pompeo ha chiamato a raccolta gli alleati del Medio Oriente, con un viaggio lampo in Arabia Saudita, Israele e Giordania. Il nuovo capo della diplomazia ha usato un linguaggio schematico e lineare. A tutti gli interlocutori ha confermato che il prossimo 12 maggio Trump ripudierà l’accordo sul nucleare con l’Iran firmato nel 2015 da Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania. «A meno che gli alleati europei non trovino il modo per correggere l’intesa», ha detto Pompeo. Una possibilità considerata molto improbabile a Washington. Occorre, allora, prepararsi a un confronto più duro e diretto contro l’Iran, «il Paese che destabilizza la regione, che fornisce armi ai ribelli Houthi nello Yemen, che appoggia il regime assassino siriano, che alimenta gli attacchi cibernetici nel mondo». Pompeo è stato molto chiaro con il ministro degli Esteri saudita Abdel al-Jubeir, con il principe ereditario Mohammed bin Salman e con il re Salman: noi ci siamo, ma adesso anche voi dovete fare di più. Da tempo Trump sollecita i Paesi arabi a coalizzarsi contro l’Iran; ora tocca a Pompeo concretizzare questa idea. Più soldi? Più militari sul territorio in Siria? La discussione operativa è cominciata. Con un’aggiunta importante: basta con le divisioni interne. L’Arabia Saudita, Barhain e Egitto devono ricucire al più presto le relazioni con il Qatar, accusato di spalleggiare l’Iran, ma di recente riabilitato dallo stesso Trump. Molto più semplice il passaggio in Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu è pronto da tempo allo scontro con Teheran. Anzi lo ha già avviato in proprio, il 9 aprile scorso con il bombardamento della base siriana T-4 controllata da milizie iraniane.
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