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La Stampa Rassegna Stampa
30.04.2018 Antisemitismo islamico in Germania
Commento di Walter Rauhe

Testata: La Stampa
Data: 30 aprile 2018
Pagina: 12
Autore: Walter Rauhe
Titolo: «Incubo antisemitismo in Germania»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/04/2018, a pag. 12, con il titolo "Incubo antisemitismo in Germania", la cronaca di Walter Rauhe.

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Walter Rauhe

«Non mi meraviglia se in seguito alla recente ondata di attacchi di stampo antisemita un numero crescente di ebrei stia pensando di lasciare di nuovo la Germania». Ancor prima della sua nomina ufficiale a Incaricato del governo federale tedesco per l’antisemitismo prevista per domani, Felix Klein appare già rassegnato. In un’intervista all’agenzia di stampa Dpa, Klein ha ammesso che per le forze dell’ordine sarà impossibile proteggere tutti i 100mila fedeli di religione ebraica che vivono nel Paese. Soprattutto quelli «che mostrano e vivono apertamente la loro religione indossando ad esempio per strada la tradizionale kippah» corrono il pericolo di subire offese e anche attacchi fisici, ha dichiarato nell’intervista il futuro incaricato del governo.

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Antisemitismo islamico in Germania


In Germania il problema dell’antisemitismo è tornato di attualità dopo l’enorme scandalo provocato dal conferimento dei prestigiosi Echo Awards (i più importanti premi musicali del Paese) ai due rapper Kollegah e Farid Bang che in un loro brano avevano minimizzato i crimini nazisti, promesso un nuovo Olocausto e canzonato i deportati nei campi di sterminio tedeschi.

Se già l’illustre giuria degli Echo Awards, composta da critici musicali e rappresentanti delle case discografiche, non ha nessun problema a consegnare il principale premio del settore a due musicisti apertamente antisemiti, come sono diffusi intolleranza, xenofobia e antisemitismo nel resto della popolazione? La risposta è arrivata due settimane fa, dopo la cerimonia di consegna degli Echo Awards. Nel quartiere alla moda di Berlino Prenzlauer Berg due giovani ebrei che indossavano la kippah sono stati aggrediti da due immigrati musulmani che dopo averli offesi e insultati li hanno malmenati con pugni e colpi di cintura.

Secondo un recente sondaggio, anche a oltre 70 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale il 20% dei tedeschi nutre sentimenti antisemiti. Una percentuale stabile ormai da decenni e questo nonostante l’ampio e anche sofferto processo di rielaborazione storica condotto negli ultimi decenni in Germania. Secondo i dati forniti da un’Ong berlinese nel 2017, solo nella capitale tedesca gli attacchi di stampo antisemita sono stati 947. Molti di questi non vengono però nemmeno registrati o denunciati alle autorità e non appaiono nelle statistiche ufficiali del Ministero degli interni che a livello nazionale ha contato nel corso dello scorso anno “solo” 1.453 episodi.

Le statistiche inoltre non distinguono i tipi e moventi degli aggressori e se questi appartengono all’estrema destra o al radicalismo islamico. Tra le prime iniziative Klein ha promesso di dar vita a una nuova statistica per registrare a livello nazionali tutti gli episodi di carattere antisemita, sia quelli vengono denunciati alle autorità sia quelli non punibili per legge e definiti erroneamente come «innocui» e quindi trascurabili.

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