Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/04/2018, a pag. 10, con il titolo "La resa di Macron: Donald ha deciso, uscirà dal patto sul nucleare iraniano", il commento di Giordano Stabile.
Paolo Mastrolilli
Il 12 maggio il presidente Trump ritirerà gli Usa dall’accordo nucleare con l’Iran. È la previsione che ha fatto il collega francese Macron, parlando con i giornalisti alla fine della sua visita a Washington.
Oggi alla Casa Bianca arriverà la cancelliera tedesca Merkel, che farà ancora pressioni su questo tema e sui dazi, così come la premier britannica May, che ospiterà Donald a Londra il 13 luglio. Per il capo dell’Eliseo, però, l’unica incertezza ora riguarda se il presidente Usa uscirà per poi riprendere la trattativa, oppure se la sua chiusura sarà definitiva. «Trump - ha detto Macron - si ritirerà dall’accordo per ragioni di politica interna. Questa è la mia visione. Non ho informazioni specifiche, non sono un insider. Ma la mia previsione è che ci sia un grande rischio che andrà via». Il leader francese ha detto di aver fatto il possibile per convincerlo a non abbandonare l’accordo, ma «il vostro presidente ha fatto dichiarazioni molto forti, dicendo che questa intesa è orribile. Abbiamo spinto. Ho cercato di convincerlo. Ho fatto il mio meglio».
Emmanuel Macron con Donald Trump
Macron ha spiegato così la dinamica in corso: «Il vostro presidente è un dealmaker. Devi sempre capire il modo di ragionare della tua controparte. Quindi lui vuole trovare un accordo, e vuole trovarlo secondo le sue condizioni. Io credo che la sua esperienza con la Corea del Nord sia che quando sei molto duro, spingi l’altra parte a muoversi, e puoi cercare di ottenere un accordo migliore. Quindi è una strategia basata sull’aumento della tensione». Il presidente francese ha detto che ha provato ad usare proprio la crisi coreana per dissuadere il capo della Casa Bianca, perché abbandonando l’intesa con l’Iran renderebbe Kim molto più diffidente, mentre i due preparano il loro vertice. Neanche questo argomento, però, sembra aver funzionato. Macron ha criticato la strategia dell’incertezza scelta in generale da Trump sui trattati internazionali, perché «può funzionare nel breve periodo, ma nel medio e nel lungo termine è molto folle». Il capo della Casa Bianca però «è prevedibile, perché fa ciò che aveva promesso in campagna elettorale». L’accordo con l’Iran era stato negoziato da Obama, lui ha promesso di smantellare l’eredità del predecessore, e quindi andrà avanti per la sua strada. L’unico dubbio, secondo Macron, riguarda se contestualmente alla denuncia dell’intesa con l’Iran, il presidente americano aprirà ad un nuovo negoziato. Teheran però ha già detto di essere contraria, e il leader spirituale Khamenei ha invitato tutti i musulmani a unirsi contro gli Usa. Oggi a Washington è attesa la cancelliera Merkel, che tornerà a fare pressioni tanto sull’Iran, quanto sulle guerre commerciali. Il suo rapporto personale con Trump però è più debole di quello di Macron, e difficilmente otterrà risultati migliori.
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