Germania: cresce l'antisemitismo islamico, lo riconosce Angela Merkel Commenti di Roberto Giardina, Carlo Nicolato
Testata:Italia Oggi - Libero Autore: Roberto Giardina - Carlo Nicolato Titolo: «Sinistra tedesca un po' antisemita - Scoperta della Merkel: 'Profughi antisemiti'»
Riprendiamo da ITALIA OGGI, a pag. 14, con il titolo "Sinistra tedesca un po' antisemita", il commento di Roberto Giardina; da LIBERO, a pag. 2, con il titolo "Scoperta della Merkel: 'Profughi antisemiti' ", il commento di Carlo Nicolato.
Ecco gli articoli:
ITALIA OGGI - Roberto Giardina: "Sinistra tedesca un po' antisemita"
Roberto Giardina
“Violenza nella striscia di Gaza. L’esercito israeliano distrugge un tunnel di Hamas», annuncia il telegiornale del secondo canale pubblico. Seguo distrattamente le notizie, e credo di aver capito male. ll violento è la probabile vittima che cerca di evitare un attentato terroristico? Il tedesco può essere ingannevole. Basta una particella alla fine di una lunga frase e il significato è capovolto: se si conclude con «an» si conferma quel che precede. Con «ab» si rifiuta. Ma sabato ho la conferma di non essermi sbagliato. Sullo Spiegel, il commentatore Jan Fleischhauer si meraviglia come me di quanto dicono i colleghi dello Zdf. E continua: nessuno al mondo riceve più aiuti internazionali dei poveracci che vivono nella striscia di Gaza, ma il denaro finisce nelle tasche dei capi del terrorismo invece che favorire gli abitanti. «Israele è responsabile anche della corruzione a Gaza?» si chiede ironicamente. In Germania ci si preoccupa e ci si sdegna per il nuovo antisemitismo dei profughi arabi. Le aggressioni contro i cittadini ebrei diventano sempre più frequenti. Non è più prudente andare per strada a Berlino facendosi riconoscere come ebreo. Nei giorni scorsi, un profugo siriano ha aggredito a cinghiate un giovane israeliano che, per colmo, non era ebreo ma di origine araba. L'aggressore si è costituito ma la condanna sarà comunque lieve perché ha meno di 25 anni. E non potrà neanche essere espulso: in Siria, dove continua la guerra, non può essere rimandato neanche un terrorista o un serial killer. I tedeschi non sanno come reagire, i giornali cercano di censurare gli incidenti, o si preferisce parlare di mobbing religioso, piuttosto che denunciare l'antisemitismo. Ma si parla solo di stranieri: quanti sono ancora gli antisemiti tra i tedeschi, a 78 anni dalla fine del III Reich? Rispondere non è facile. E antisemita chi critica il governo di Israele? Dipende dalla critica, come suggerisce Fleischhauer. Sempre sabato, la Süddeutsche Zeitung riporta i risultati di un sondaggio di opinione: il 29% ritiene che gli ebrei abbiano troppo potere, e ben il 51 giudica che continuino a parlare troppo dell'Olocausto, il 30 è dell'opinione che gli ebrei sono colpevoli di comportarsi da ebrei. Sono risposte che rivelano pregiudizi antisemiti. Il sondaggio riporta anche le opinioni degli ebrei residenti in Germania. L'84% ritiene che l'antisemitismo sia provocato anche da come viene presentata Israele nei media, l'80 denuncia la tendenza a paragonare il comportamento degli israeliani nei confronti dei palestinesi a quello dei nazisti contro gli ebrei. Il 36% ritiene che all'antisemitismo venga dato il giusto risalto, e il 64 ha fiducia che in futuro gli ebrei siano protetti in Germania. I profughi musulmani non dovrebbero servire da alibi. Gli atti di violenza sono stati l'anno scorso circa 1.600, ma il 90% è stato commesso da gruppi di neonazi. E sarebbe sbagliato ritenere che sia un pericolo per gli ebrei il successo dell'AfD, il partito dell'estrema destra. Non posso sapere se per calcolo, o per convinzione, i leader dell'AfD sono piuttosto favorevoli a Israele, non tutti ovviamente. E chi vota per loro è piuttosto preoccupato dall'arrivo dei profughi musulmani, troppi in breve tempo. Le critiche a Israele, o i reportage ambigui come quello dello Zdf, vengono in prevalenza dalla sinistra. Ad esempio, sono state aspre le critiche a Trump che ha annunciato il trasloco dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, come se fosse un atto inconsulto di un presidente inaffidabile, ma non si è quasi mai ricordato che la decisione risale al lontano 1995. Frau Merkel ha dichiarato che si farà di tutto per rendere proteggere gli ebrei che vivono in Germania, e ha annunciato che si recherà in visita in Israele nella seconda metà dell'anno. Il viaggio era in programma già nel 2017, ma è stato rinviato per i rapporti tesi con Israele causati dalle critiche del ministro degli esteri, il socialdemocratico Sigmar Gabriel.
LIBERO - Carlo Nicolato: "Scoperta della Merkel: 'Profughi antisemiti' "
Alcuni slogan di sostenitori degli arabi palestinesi
Intervistata dall'emittente televisiva privata israeliana Channel 10 la cancelliera Angela Merkel ha candidamente ammesso che in Germania c'è un problema antisemita. Lo ha definito lei stessa «un nuovo fenomeno», in quanto, dice, «abbiamo molti rifugiati tra i quali ci sono, ad esempio, persone di origine araba che portano nel Paese un'altra forma di antisemitismo». In pratica la Merkel ha ammesso che la nuova ondata di odio nei confronti degli ebrei è una diretta conseguenza dell'apertura delle frontiere ai rifugiati in fuga dalla guerra siriana decisa da lei medesima nel 2015, ma ovviamente non ha fatto cenno alla sua diretta responsabilità su tutta la faccenda. Ha solo specificato che il fatto che in Germania «non vi sia alcun asilo nido ebraico, nessuna scuola, nessuna sinagoga senza la protezione della polizia» la deprime molto, ma nessun cenno a nuove drastiche soluzioni se non quella già adottata dal governo tedesco con la nomina di un commissario ad hoc, una misura che ha più l'aria di essere una foglia di fico che qualcosa di effettivamente utile.
ATTACCHI OGNI GIORNO E’ comunque già tanto che la Cancelliera e il suo governo abbiano riconosciuto che il problema esiste e che l'antisemitismo non è solo un fenomeno legato all'estrema destra, ma che quello nuovo importato con l'immigrazione sta ampiamente soppiantando il primo. Solo qualche giorno fa per le strade di Berlino, nel centralissimo e modaiolo quartiere Prenzlauer Berg, due ragazzi con la kippah sono stati aggrediti da tre immigrati musulmani. Uno dei due è riuscito a filmare l'aggressione, dove si vede un giovane che colpisce con una cintura, gridando «yahoud», ebreo in arabo. Il giovane aggredito tra l'altro ha poi spiegato di non essere ebreo, ma arabo israeliano e che la kippah gli era stata regalata da un amico. Grazie alla registrazione lo scalmanato con la cinghia è già stato identificato e arrestato, manco a dirlo è un immigrato siriano di 19 anni. Qualche giorno prima in una scuola elementare della capitale tedesca una bambina ebrea della seconda è stata insultata da alcuni compagni e compagne di classe perché «non crede ad Allah» e per questo, dicevano, «merita di essere uccisa come tutti gli infedeli». Ma questo è solo uno dei tanti episodi che si ripetono giorno per giorno nelle scuole tedesche tanto che molti genitori ebrei sono stati costretti a trasferire i loro figli in scuole ebraiche, proprio quelle protette dalla polizia di cui ha parlato la Merkel. Una delle tante sfumature di una sottocultura giovanile talmente penetrata in profondità che una decina di giorni fa in Germania si sono permessi, senza tante storie, di consegnare uno dei più prestigiosi premi musicali del Paese, l'Echo Awards, a due rapper musulmani (Kollegah e Farid Bang) che nel 2016 andavano in giro a cantare «il mio corpo scolpito meglio di un detenuto di Auschwitz», e «faccio di nuovo l'Olocausto, arrivo con le molotov».
MA NIENTE TRASLOCO Evidentemente per questi due tizi non vale l'«eterna responsabilità» per l'Olocausto di cui ha parlato la Merkel nella stessa intervista, dalla quale consegue, parole sue, l'eterna lotta tedesca all'antisemitismo. La Cancelliera però ha tenuto a sottolineare che Berlino non trasferirà l'ambasciata a Gerusalemme, e che con l'Iran «è meglio avere un accordo, anche se non è perfetto, che nessun accordo».
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