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La Stampa Rassegna Stampa
19.04.2018 Turchia: ecco le milizie armate dell'islamista Erdogan
Commento di Marta Ottaviani

Testata: La Stampa
Data: 19 aprile 2018
Pagina: 13
Autore: Marta Ottaviani
Titolo: «Dalle strade di Istanbul ad Ankara. Ecco la milizia armata di Erdogan»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/04/2018, a pag.13, con il titolo "Dalle strade di Istanbul ad Ankara. Ecco la milizia armata di Erdogan" il commento di Marta Ottaviani.

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Marta Ottaviani

Che la piazza turca stesse diventando sempre più potenzialmente violenta, lo si era capito dalla notte del golpe fallito il 15 luglio 2016. Migliaia di persone si erano riversate in strada, con l’obiettivo di difendere la democrazia. Altre, però, non certo una minoranza, ne avevano approfittato anche per linciare i militari coinvolti, manifestare sotto vessilli islamici, invocare la Sharia, minacciare chi non la pensava come loro e sancire la nascita di una nuova Turchia, non solo per quanto riguarda lo strapotere di Recep Tayyip Erdogan, ma anche nelle strade e nella vita di tutti i giorni.

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La brutta notizia è che adesso una parte di questa società civile potrebbe essere organizzata e utilizzata come una milizia invisibile, garante del nuovo ordine costituito nelle città della Mezzaluna, opportunamente (e militarmente) addestrata a questo scopo. Le voci si rincorrono da oltre un anno, il Partito repubblicano del Popolo, di orientamento laico e principale voce dell’opposizione, ha chiesto l’apertura di una commissione parlamentare, che al momento, però, non ha avuto nessun seguito, se si escludono le dichiarazioni delle opposte fazioni e le reciproche accuse di voler trascinare il Paese in una guerra civile.

La bomba l’ha fatta esplodere lo scorso gennaio Meral Aksener, nuova, fino a un certo punto, Lady di ferro della politica turca, che, uscita dal Mhp, il partito nazionalista, dove ha militato per anni, ha fondato l’Iyi Parti, una formazione che mira ad attrarre i voti della destra nazionalista e che mal tollera sia la deriva islamica imposta da Erdogan sia l’alleanza che il Mhp ha stretto alle prossime elezioni con il Presidente della Repubblica. «Abbiamo saputo - ha detto Aksener - che nel Paese ci sono almeno due campi che addestrano militarmente civili. In uno dei due opera una struttura chiamata Sadat. Credo che dovrebbe essere aperta un’inchiesta su questo tema e i risultati condivisi con tutte le forze politiche». La presidentessa dell’Iyi Parti ha anche aggiunto di avere ricevuto diverse segnalazioni di persone che si aggiravano per le principali città turche armate.
La polemica è stata enorme, anche se ampiamente taciuta dalla stampa mainstream della Mezzaluna, ormai nella quasi totalità filogovernativa. Ad avere dato più fastidio è il nome Sadat. Sul suo sito ufficiale, l’organizzazione offre diversi servizi di addestramento militare e per la sicurezza interna. Il suo fondatore è il generale in pensione, Adnan Tanriverdi, che, da dopo il golpe fallito del 2016 è diventato niente meno che il consigliere più importante per la difesa del presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan e l’uomo più importante della Turchia in Qatar, dove Ankara possiede una base militare. Sadat è stata fondata nel 2012 da Tanriverdi e altri 23 ex ufficiali che avevano terminato il loro servizio nelle Forze Armate turche. Il generale è sempre stato noto per la sua vicinanza agli ambienti islamici del Paese, tanto che, secondo il quotidiano Sozcu, lo Stato maggiore ha cercato di pensionarlo il prima possibile. Mesi fa, alcuni quotidiani turchi avevano ipotizzato che fosse proprio l’organizzazione Sadat ad addestrare miliziani del Free Syrian Army, inclusi sospetti elementi jihadisti. Tutte accuse alle quali Tanriverdi ha risposto con una denuncia per diffamazione ai danni di Aksener. «Chiederemo una compensazione - ha spiegato l’ex generale -. Ci hanno dato dell’organizzazione paramilitare che addestra i civili. Non c’è nulla di vero».
Intanto però la Turchia si avvia verso una campagna elettorale infuocata, dove mancava solo questo scenario inquietante. Anche se i numeri che circolano sono solo stime e le denunce dell’opposizione sono cadute nel vuoto, al momento le persone coinvolte in questi addestramenti sarebbero dalle 400 alle 2800. I campi operativi almeno sette. Il più importante si trova a Konya, il cuore religioso del Paese e dove è stata più volte segnalata la presenza di militanti e simpatizzanti dello Stato Islamico. Seguono poi Istanbul e Kocaeli, dove le reclute riceverebbero un addestramento una volta alla settimana. Ci sono poi Kayseri, Duzce, Tokat e Kocaeli, dove l’addestramento avviene ogni due settimane. Nei campi ci sarebbe anche la presenza di alcune formazioni islamo-nazionaliste, come gli Osmanli Ocaklari, nostalgici di un passato idealizzato e contrari alla Turchia moderna sognata da Mustafa Kemal Ataturk, della quale, stavolta, potrebbero non rimanere più nemmeno le statue o le commemorazioni formali. Peggio di questo, c’è solo l’ombra della violenza di una milizia organizzata.

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