Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
La 'linea rossa' della Francia sulla Siria Commento di Stefano Montefiori
Testata: Corriere della Sera Data: 10 aprile 2018 Pagina: 2 Autore: Stefano Montefiori Titolo: «Quella 'linea rossa' che costringe Macron ad agire contro i gas tossici»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/04/2018, a pag.2 con il titolo "Quella 'linea rossa' che costringe Macron ad agire contro i gas tossici" il commento di Stefano Montefiori.
Stefano Montefiori
«Se fissi una linea rossa e non la fai rispettare, decidi di essere debole. Non è la mia scelta. Se è confermato che armi chimiche sono utilizzate sul campo e siamo in grado di accertarne la provenienza, allora la Francia procederà a bombardamenti per distruggere i depositi di armi chimiche». Così diceva al Corriere della Sera e ad altri giornali europei Emmanuel Macron il 21 giugno 2017, all’Eliseo, nella sua prima intervista da presidente. Una presa di posizione che oggi risulta molto impegnativa, per due ragioni.
Emmanuel Macron
La prima: Macron ormai è tenuto a intervenire, dopo avere criticato Barack Obama che coniò l’espressione «linea rossa» ma non fece nulla quando venne valicata e anzi, il 30 agosto 2013, lasciò sola la Francia di François Hollande costringendola ad annullare il raid aereo appena iniziato contro il regime siriano. In questi mesi Macron ha continuato a difendere il principio della «linea rossa», sia pure aggiornandolo: l’ultima versione, che risale al 14 febbraio scorso, indica un uso dell’arma chimica «accertato e letale». «Appena avremo le prove, farò quel che ho detto, colpiremo», ha ribadito Macron. La seconda ragione per cui quelle dichiarazioni sono importanti è che Macron si sbilancia sull’obiettivo, ovvero «distruggere i depositi di armi chimiche». Una missione molto più ambiziosa del gesto pressoché simbolico compiuto da Trump un anno fa, quando gli Usa bombardarono la base dell’aviazione siriana dalla quale due giorni prima era partito un attacco chimico. Morirono alcuni soldati siriani, con pochi danni alla base e nessuno agli aerei a terra, spostati altrove grazie a una soffiata di Mosca a sua volta avvisata da Washington. Da un lato il presidente Macron ha sempre proclamato di volerla finire con una sorta di «politica neocon» alla francese e con l’interventismo di Sarkozy e Hollande. Dall’altro, il principio della «linea rossa» adesso obbliga la Francia ad agire, anche da sola, secondo quanto più volte affermato dallo stesso Macron. In quel caso, ferma per riparazioni nella rada di Tolone la portaerei Charles De Gaulle, la Francia potrebbe fare decollare i suoi Rafale dalle basi in Giordania o negli Emirati Arabi Uniti, oppure dal territorio nazionale ricorrendo al rifornimento in volo.
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