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Il Foglio Rassegna Stampa
09.04.2018 Francia: che cosa insegna il caso di Arnaud Beltrame
Analisi tratta dal Figaro

Testata: Il Foglio
Data: 09 aprile 2018
Pagina: 2
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Quel colonnello che ci fa ripensare tutto»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 09/04/2018, a pag. II l'analisi dal titolo "Quel colonnello che ci fa ripensare tutto" tratta dal Figaro.

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Arnaud Beltrame

Lo storico e saggista Jacques Julliard rende omaggio all’eroismo del colonnello Arnaud Beltrame, che a Carcassone si è offerto al posto di una donna nell’assalto dell’Isis, venendo poi sgozzato dai terroristi. “Il gesto sublime di Beltrame, che si è consegnato ostaggio nelle mani di un abominevole assassino, ha dato origine a un torrente di commenti. Ho esitato diversi giorni, confesso, ad aggiungere il mio. Perché mi sembrava che il primo atteggiamento da imporre di fronte a un eroismo eccezionale fosse la meditazione. Ma poi, alla fine, è necessario che la professione prenda il sopravvento. Quando un soldato di alto rango si offre in ostaggio per salvare la vita di un altro essere umano tutte le nostre abitudini mentali sono capovolte. L’eroismo non è più nei nostri pensieri. Lo sballottamento della pubblicità sulla nostra vita quotidiana significa il dominio assoluto del principio di piacere. Ma c’è qualcos’altro. Il gesto del colonnello Beltrame non dipende solo dall’eroi - smo, cioè dalla forma suprema del coraggio. Il suo gesto appartiene a lui personalmente e porta il suo marchio personale. Provenendo da un cristiano, esso ha valore cristiano (…) Si pensa irresistibilmente alla parola di Anatole France che celebra nella memoria di Emile Zola, l’autore di J’accuse, ‘un momento della coscienza umana’. Quando si parla ad alta voce, c’è sempre qualcuno che ascolta il messaggio, e il messaggio di Arnaud Beltrame è uno dei più forti mai lanciati alla nostra amata vecchia nazione. In un’ammirabile orazione funebre, il presidente Macron è riuscito a porre il gesto di Arnaud Beltrame sotto il segno della resistenza patriottica, invocando i grandi nomi da Giovanna d’Arco a Jean Moulin e al generale de Gaulle”. Ma Arnaud Beltrame sarebbe morto per niente se non riuscissimo a estirpare il nuovo antisemitismo, il più virulento, che sta sfigurando la Francia. “Che la Francia, il paese dell’emancipazione degli ebrei durante la rivoluzione, inizi a sembrare la Germania degli anni Trenta, mi riempie di vergogna e rabbia. La sinistra, la bella sinistra, la sinistra divina, che ho a lungo considerato il bastione della resistenza all’antisemitismo, dov’era durante tutto questo tempo? Assente, come per gran parte del caso Dreyfus... In L’Espoir, Malraux fa dire a uno dei suoi personaggi che i comunisti sono diventati i ‘sacerdoti’ perché praticano il doppio discorso e la restrizione della coscienza. Mi chiedo se non sia anche tutto il sinistrorso islamo-intellettuale che è oggi popolato da questi ‘preti’. Arnaud Beltrame e Mireille Knoll hanno una lezione comune che domina tutti gli altri: la Francia deve ristabilire il contatto con i valori universali che stanno alla sua base. Dobbiamo resistere e dire con calma, con fermezza, che il progresso dell’umanità, la riconciliazione dell’umanità con se stessa, assume valori comuni a tutti gli uomini, in tutte le società, e che in particolare è necessario privilegiare ciò che li unisce piuttosto che ciò che li distingue: il comunitarismo, cioè il nemico!”

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