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Avvenire - L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
05.04.2018 Profughi clandestini & Hamas: due articoli che disinformano
Di Susan Dabbous, redazionale di OR

Testata:Avvenire - L'Osservatore Romano
Autore: Susan Dabbous
Titolo: «Migliaia di persone nel limbo dopo lo stop all'accordo: non giocate con le nostre vite - Netanyahu e Trump sulle violenze a Gaza»
Riprendiamo oggi, 05/04/2018, da AVVENIRE, a pag. 5, con il titolo "Migliaia di persone nel limbo dopo lo stop all'accordo: non giocate con le nostre vite", il commento di Susan Dabbous; da L'OSSERVATORE ROMANO, a pag. 3, l'articolo "Netanyahu e Trump sulle violenze a Gaza", entrambi preceduti dai nostri commenti.

Ecco gli articoli:

Immagine correlata
Clandestini africani in Israele

AVVENIRE - Susan Dabbous: "Migliaia di persone nel limbo dopo lo stop all'accordo: non giocate con le nostre vite"

Secondo Susan Dabbous Israele "gioca con le vite" dei profughi clandestini africani. Israele fronteggia oggi un problema analogo a quello che hanno i Paesi europei, ma i media approfittano del pretesto per attaccare soltanto lo Stato ebraico. Dabbous si dilunga anche oggi - lo fa da giorni - sulla situazione dei clandestini, ma non cita le ragioni che non possono portare Israele, un Paese più piccolo di una regione italiana e già densamente popolato, ad accettare una immigrazione indiscriminata di clandestini..

Ecco il pezzo:

Immagine correlata
Susan Dabbous

Autorizzati a rimanere in Israele. Anzi no. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha firmato e poi stracciato nello stesso giorno, il 2 aprile scorso, l'accordo con l'Acnur, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, che permetteva a 16.500 dei 38.000 migranti eritrei e sudanesi, entrati illegalmente in territorio israeliano dal 2007 al 2012, di rimanere. L'altra metà sarebbe stata ricollocata tra Europa e Canada. Il clamoroso dietrofront ha gettato decine di migliaia di vite nell'insicurezza più totale. Ieri si sono radunati manifestanti africani e israeliani a favore dei migranti, a Gerusalemme, sotto l'ufficio di Netanyahu, al grido di "Non giocare con le nostre vite". «Lunedì eravamo felici - ha raccontato al Jerusalem post Berhane Negasi, cittadino eritreo da 15 anni in Israele - dopo l'annuncio dell'accordo con l'Onu abbiamo festeggiato. Non sapevamo chi sarebbe rimasto e chi sarebbe partito, ma sapevamo che sarebbe stato meglio che andare in Ruanda o in Uganda». Il riferimento è al piano di deportazioni iniziale voluto dal governo che imponeva ai migranti di scegliere se andare in Ruanda e Uganda oppure rimanere in Israele rischiando il carcere. Ieri un emissario del governo è volato a Kigali per sondare i margini per un nuovo accordo bilaterale. Dal piano di espulsioni sono esclusi donne e bambini, ma la Corte suprema israeliana ha comunque dichiarato illegale la deportazione di chiunque. Eritrei e sudanesi sono infatti soggetti a protezione internazionale. «Ora siamo tristi e preoccupati - ha proseguito Negasi -. Netanyahu continua a prendere decisioni a zig-zag sulla nostra pelle». La situazione infatti non è chiara: non c'è accordo con l'Onu, le deportazioni sono illegali, i permessi di soggiorno non sono stati ancora rinnovati. In questo limbo di incertezza sono finite migliaia di persone che in Israele hanno trovato un lavoro, una casa e hanno figli che vanno a scuola.

L'OSSERVATORE ROMANO: "Netanyahu e Trump sulle violenze a Gaza"

OR sostituisce la parola "terrorista" con "manifestante". Di conseguenza la breve è un concentrato di disinformazione contro Israele, descritto come un Paese che colpisce senza motivo i civili arabi palestinesi. Niente di più lontano dalla realtà, che ancora una volta non ha spazio su OR.

Ecco la breve:

Risultati immagini per hamas terrorist
Per OR questi sono "manifestanti"

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha avuto ieri un colloquio con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, riguardo ai recenti scontri nella striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere la Casa Bianca in una nota. Trump «ha ribadito l'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele e i due leader hanno concordato di continuare lo stretto coordinamento per contrastare l'influenza negativa dell'Iran e le sue attività destabilizzanti» si legge nella nota. Intanto, il consiglio della Lega araba ha adottato all'unanimità un documento per chiedere al Consiglio di sicurezza e all'Assemblea generale dell'Onu di prendere le misure necessarie per aprire «indagini credibili, limitate nel tempo» sulle violenze a Gaza, e «assicurare un meccanismo chiaro per giudicare i responsabili israeliani di questi crimini e risarcire le vittime». Negli scontri al confine tra Israele e la striscia di Gaza sono morti almeno diciotto palestinesi. L'ultimo dimostrante è stato ucciso ieri. Si tratta di un ragazzo di venticinque anni: è stato colpito al petto mentre manifestava a Bureij, nel centro della Striscia.

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