L'ong israeliana estremista B'Tselem ha un'agenda politica contro lo Stato di Israele. Fornisce gli estremisti arabi palestinesi di telecamenre per "riprendere" fuori contesto alcune scene ai checkpoint, in modo da diffondere poi all'estero le immagini e accusare a torto Israele di crimini di guerra. Il Fatto riprende pedissequamente le dichiarazioni di B'Tselem, anche questo non stupisce.
Israele è in guerra da sempre, in tutti gli stati del mondo, democratici compresi, chi collabora con il nemico finisce davanti a un tribunale. Fino a quando Israele tollererà quelle Ong di casa propria che nutrono cone le loro menzogne, la propria delegittimazione? B'Tselem non è l'unica.
Ecco l'articolo:
L'ong "B'Tselem" si è rivolta ai soldati israeliani chiedendo loro di rifiutarsi di sparare ai manifestanti palestinesi a Gaza. "Sparare a dimostranti disarmati è illegale". La campagna si intitola "Scusa ufficiale, non voglio sparare" e include annunci sui giornali. II ministro della difesa Avigdor Lieberman ha definito "mercenari" gli attivisti. Anche ieri scontri nella Striscia con due feriti.
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