BDS, servono misure stringenti contro gli odiatori 29/03/2018
Riprendiamo da SHALOM marzo 2018, a pag.14, con il titolo "Boicottaggio. Una legge contro i diffamatori" il commento di Angelo Pezzana
Angelo Pezzana
La pagina pubblicata su Haaretz
Una delle critiche nei confronti di Bibi Netanyahu è l’essere da troppi anni alla guida del governo. Anche Abu Mazen è presidente da nove anni dell’Autorità palestinese, un anno in più di Bibi, ma nei territori dell’Anp nessuno si lamenta, il motivo non necessita spiegazioni, ovviamente. Il termine è scaduto da anni, le elezioni nei territori si sono tenute una volta sola, dando la maggioranza ai candidati di Hamas, per questo Abu Mazen si guarda bene dall’indirne altre come però dovrebbe. Di Bibi, non solo in Israele ma anche nei commenti dei giornalisti stranieri , questa insofferenza viene citata molto spesso, gli israeliani sono stufi, sempre Bibi, vogliamo il cambiamento, scrivono i giornalisti stranieri, con una dimenticanza non da poco. Netanyahu è stato eletto primo ministro diverse volte, ma sempre dopo regolari elezioni, che gli hanno riconfermato la fiducia degli elettori. Che Abu Mazen sia presidente mai riconfermato non interessa i media stranieri, nessun cronista lo scrive. Eppure la differenza tra una democrazia vera,Israele, e una dittatura di fatto, Anp, dovrebbe saltare agli occhi di chi si occupa di informazione. A questo proposito mi ha colpito una pubblicità – una intera pagina -uscita sul quotidiano Haaretz, di cui non condivido la linea politica, ma che leggo regolarmente. Al centro in caratteri cubitali la parola BOYCOTT, in alto queste tre frasi sotto l’immagine di un muro di sicurezza: - Finchè Israele non metterà fine all’occupazione dei territori palestinesi - E riconoscerà i pieni e uguali diritti dei cittadini palestinesi - E rispetterà il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi BOYCOTT segue su una linea: Per leggere il testo completo aprire il sito del movimento BDS La pagina è firmata da: Jewish Voice for Peace, US Campaign for Palestinian Rights, American Friends Service Committee, AMP American Muslims for Palestine, Students for Justice in Palestine, Code Pink A fondo pagina: Questi sono i gruppi Usa cui è stato proibito pubblicamente l’ingresso in Israele perché sostengono libertà,giustizia e uguaglianza per i palestinesi Per rendersi conto delle reali intenzioni del BDS, sarebbe sufficiente leggere il punto 3 “ E rispetterà il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi” Se questo dovesse succedere, lo Stato ebraico scomparirebbe, essendo il numero dei rifugiati più che decuplicato grazie alla politica dell’UNWRA, l’ente creato apposta dall’Onu per impedire la loro integrazione nei paesi arabi in cui si erano rifugiati dopo avere abbandonato Israele, dopo la proclamazione dello Stato nel 1948. Con la legge approvata dalla Knesset, chiunque milita nel movimento BDS non può più entrare in Israele, una legge che ha l’unico difetto di essere stata semmai tardiva. Per comprenderne invece l’utilità e la saggezza, conviene leggere i siti online dei gruppi BDS firmatari.
Una delle critiche nei confronti di Bibi Netanyahu è l’essere da troppi anni alla guida del governo. Anche Abu Mazen è presidente da nove anni dell’Autorità palestinese, un anno in più di Bibi, ma nei territori dell’Anp nessuno si lamenta, il motivo non necessita spiegazioni, ovviamente. Il termine è scaduto da anni, le elezioni nei territori si sono tenute una volta sola, dando la maggioranza ai candidati di Hamas, per questo Abu Mazen si guarda bene dall’indirne altre come però dovrebbe. Di Bibi, non solo in Israele ma anche nei commenti dei giornalisti stranieri , questa insofferenza viene citata molto spesso, gli israeliani sono stufi, sempre Bibi, vogliamo il cambiamento, scrivono i giornalisti stranieri, con una dimenticanza non da poco. Netanyahu è stato eletto primo ministro diverse volte, ma sempre dopo regolari elezioni, che gli hanno riconfermato la fiducia degli elettori. Che Abu Mazen sia presidente mai riconfermato non interessa i media stranieri, nessun cronista lo scrive. Eppure la differenza tra una democrazia vera,Israele, e una dittatura di fatto, Anp, dovrebbe saltare agli occhi di chi si occupa di informazione. A questo proposito mi ha colpito una pubblicità – una intera pagina -uscita sul quotidiano Haaretz, di cui non condivido la linea politica, ma che leggo regolarmente. Al centro in caratteri cubitali la parola BOYCOTT, in alto queste tre frasi sotto l’immagine di un muro di sicurezza: - Finchè Israele non metterà fine all’occupazione dei territori palestinesi - E riconoscerà i pieni e uguali diritti dei cittadini palestinesi - E rispetterà il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi BOYCOTT segue su una linea: Per leggere il testo completo aprire il sito del movimento BDS La pagina è firmata da: Jewish Voice for Peace, US Campaign for Palestinian Rights, American Friends Service Committee, AMP American Muslims for Palestine, Students for Justice in Palestine, Code Pink A fondo pagina: Questi sono i gruppi Usa cui è stato proibito pubblicamente l’ingresso in Israele perché sostengono libertà,giustizia e uguaglianza per i palestinesi Per rendersi conto delle reali intenzioni del BDS, sarebbe sufficiente leggere il punto 3 “ E rispetterà il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi” Se questo dovesse succedere, lo Stato ebraico scomparirebbe, essendo il numero dei rifugiati più che decuplicato grazie alla politica dell’UNWRA, l’ente creato apposta dall’Onu per impedire la loro integrazione nei paesi arabi in cui si erano rifugiati dopo avere abbandonato Israele, dopo la proclamazione dello Stato nel 1948. Con la legge approvata dalla Knesset, chiunque milita nel movimento BDS non può più entrare in Israele, una legge che ha l’unico difetto di essere stata semmai tardiva. Per comprenderne invece l’utilità e la saggezza, conviene leggere i siti online dei gruppi BDS firmatari.
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