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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.03.2018 Un nuovo complotto ebraico?
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 marzo 2018
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Un nuovo complotto ebraico?»

Un nuovo complotto ebraico?
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)

www.jforum.fr/un-nouveau-complot-juif.html  

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Vladimir Putin


Vladimir Putin ha cercato di influenzare il verdetto delle urne durante le elezioni presidenziali americane? E a quale scopo? Proprio lui che aveva dimostrato di esser diventato maestro di realpolitik, perché avrebbe voluto il successo di Trump a spese di Hillary Clinton? Poteva contare su di lei per continuare la politica del Presidente Obama, un avversario che non era all'altezza dell'inquilino del Cremlino, come abbiamo visto durante i suoi otto anni alla Casa Bianca. La Russia ha annesso la Crimea e invaso parte dell'Ucraina; ha salvato Assad dall'annientamento, stabilendo una base aerea e una base navale nel Mediterraneo, e con una serie di veti ha ostacolato tutti i tentativi del Consiglio di Sicurezza per censurare gli eccessi del suo alleato siriano. Inoltre, Mosca ha sostenuto l'accordo nucleare con l'Iran e ha appoggiato con discrezione il dittatore nordcoreano. Insomma, mentre il Presidente americano stava facendo dei bei discorsi, il Presidente russo zitto zitto muoveva le sue pedine. Si potrebbe anche accettare se fosse stato accusato di interferire nelle elezioni americane per assicurare l'elezione di Hillary, ma perché diavolo avrebbe voluto la vittoria di Donald Trump? Com’è possibile che il grande stratega del Cremlino abbia scommesso sull'elezione di un principiante impulsivo, per lasciargli le mani ancora più libere? Sembra proprio che abbia fatto male i conti: il nuovo Presidente è molto meno accomodante del suo predecessore. Il Presidente Putin in ogni caso smentisce con la massima energia qualsiasi intervento nel processo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

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Donald Trump

Così quando, il 16 febbraio, tredici cittadini russi sono stati incriminati per cospirazione e diffusione di notizie false sui social network per aiutare la campagna presidenziale di Trump, il capo del Cremlino pensò immediatamente che se un complotto c'era stato, questo era rivolto contro la Russia. E non ha esitato a dirlo. Il 1° e il 2 marzo in un'intervista rilasciata al canale americano NBC, si spinge oltre: per lui i cosiddetti cittadini russi "potrebbero non essere nemmeno russi, ma ucraini, tatari o ebrei con nazionalità russa, cosa che resta da verificare. Potrebbero avere una doppia nazionalità o una Green Card; potrebbero essere stati gli Stati Uniti a pagarli per farlo. " Una dichiarazione questa, che sui media occidentali non ha avuto alcun impatto, né le condanne che meritava. Nessuno ha avanzato ipotesi su cosa intendesse dire Putin a proposito degli Stati Uniti. Quale potere sinistro e occulto avrebbe voluto mettere in pericolo la Russia? E perché queste dichiarazioni chiamano in causa gli ebrei? Le proteste delle organizzazioni ebraiche non hanno avuto eco. Certo, nella bocca di un Presidente russo, queste osservazioni non dovrebbero sorprendere nessuno. I Protocolli dei Savi di Sion, un falso famigerato, sono ancora popolari in Russia. Inoltre, questa nuova accusa arriva giusto pochi mesi dopo l'apertura di un'indagine sul ruolo che degli ebrei ebbero nell'assassinio della famiglia imperiale russa nel 1917! Secondo Le Monde, del 29 novembre scorso, << la giustizia russa studia la teoria antisemita di un "omicidio rituale" della famiglia imperiale nel 1918 .... Controlliamo tutte le possibili versioni delle circostanze della morte, ... così come la versione di un omicidio rituale, ha dichiarato Marina Molodtsova, un alto funzionario del comitato investigativo >>. Una tesi sostenuta vigorosamente dai più alti dignitari della Chiesa russa. Il 16 e 17 luglio 2018, la Russia celebrerà solennemente il centenario dell'esecuzione della famiglia imperiale. Ci si domanda con trepidazione su quali conclusioni arriveranno le indagini in corso.

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Michelle Mazel, scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. I suoi commenti escono su JForum online


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