Gent.ma Sig.ra Fait, Ho letto la Sua breve risposta all'ancor piú breve messaggio di Max Manfredi. A lei e all'altro mi permetto di suggerire quella massima virgiliana "Timeo Danaos et dona ferentes", temo i Greci anche se portano doni, in questo caso temo gli Arabi anche se si mostrano aperti. Quella frase la dice Enea a Didone nel narrarle la storia del cavallo di legno con quel che poi ne seguí. Magari io sono di quelli che si fascia la testa prima di rompersela, ma sapendo con chi si ha a che fare, non si sa mai. Meglio un cauto realismo che un troppo facile ottimismo, mi creda. Il mio non vuole essere affatto un cassandrismo, ma soltanto un amichevole consiglio. Ovviamente, semprecché me l'accetti. Un cordiale shalom.
Mario Salvatore Manca di Villahermosa
Gentile Mario Salvatore,
Lei ha ragione, mai fidarsi del tutto! Mi lasci dire però che Netanyahu non è un ingenuo, come non lo è il principe bin Salman. Entrambi hanno visto uno spiraglio e vi si sono intelligentemente infilati, ognuno pensando al proprio interesse, non certo per amore reciproco. Netanyahu è stato bravissimo a tessere rapporti con alcuni paesi arabi importanti che, oltre ai cieli, apriranno anche i mercati. Detto questo lei sa che Israele dorme con un occhio solo, abituato com'è a doversi difendere, sempre e comunque. Del resto quanti problemi abbiamo avuto con paesi cosiddetti alleati come l'America di Obama e l'Europa di ieri, di oggi e, probabilmente, di domani. Quindi vede che arabi o non arabi, tutto il mondo, come si dice, è paese soprattutto se deve confrontarsi con Israele. Il principe bin Salman ha accettato la mano tesa di Bibi (e viceversa) probabilmente perchè dall'altra parte c'è quel demonio di Iran che cerca l'egemonia in Medio Oriente quindi allearsi con Israele conviene. Non dimentichiamo i palestinisti che stanno perdendo anche le poche simpatie di cui godevano nel mondo arabo soprattutto in quella parte che sta guardando con interesse a Israele e vuole liberarsi di quella palla al piede inetta e violenta che sta a Gaza e in Cisgiordania. Ormai gli unici difensori del parassitismo palestinista, che serviva agli arabi solo per fare guerra a Israele, stanno in Europa. Per noi questo cambiamento, finchè dura, è molto positivo e non vedo l'ora di vedere il principe bin Salman e le sue tante mogli (se ne ha) venire a fare shopping a Gerusalemme e a Tel Aviv come faceva il compianto re Hussein di Giordania.
Un cordiale shalom