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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
09.03.2018 Israele, il Paese dei barbagianni
Commento di Martina Saporiti

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 09 marzo 2018
Pagina: 62
Autore: Martina Saporiti
Titolo: «In Israele i barbagianni faranno le colombe»

Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 09/03/2018, a pag. 62, con il titolo "In Israele i barbagianni faranno le colombe", il commento di Martina Saporiti.

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Un barbagianni

“La mia visione della pace in Medio Oriente è fatta anche di uccelli che uniscono le persone». Yossi Leshem è un ornitologo israeliano e coltiva un sogno ecologico di riconciliazione. Nel 1983 scelse un kibbutz, una di quelle comunità agricole del suo Paese dove la proprietà delle terre è collettiva, per avviare un progetto di lotta biologica alla piaga numero uno dei raccolti, i roditori. L'idea di Leshem, docente di zoologia dell'Università di Tel Aviv, era combattere la battaglia nei campi senza ricorrere ai pesticidi: approfittando del regalo ricevuto dallo zoo universitario, quindici esemplari di barbagianni (Tyto alba), montò nei campi nidi artificiali per "convincere" i rapaci a mettere su casa e fare il loro mestiere di predatori. Il progetto fu un successo e da allora centinaia di agricoltori si sono persuasi che i barbagianni sono alleati migliori (e meno costosi) dei pesticidi per tenere i roditori lontani dalle coltivazioni. Oggi i nidi installati nei kibbutz israeliani sono quattromila e l'impiego degli antiparassitari è diminuito dell'80-90 per cento. Una conquista per la salute e per l'ambiente: i pesticidi si infiltrano nel terreno inquinando le falde acquifere e avvelenano gli animali che mangiano i roditori uccisi, anzitutto gli uccelli che ogni anno attraversano a milioni il Medio Oriente seguendo le rotte migratorie tra Europa e Asia. “In Israele migliaia di uccelli sono morti avvelenati, ecco perché ho pensato che i barbagianni potesse essere un'alternativa vincente». Stiamo parlando di formidabili predatori: sono rapaci molto silenziosi grazie a una struttura alare che attenua il rumore provocato dall'attrito con I'aria: possiedono una visione stereoscopica e pupille iperdilatabili che permettono loro di valutare con precisione posizione e distanza delle prede anche di cotte; hanno un udito venti volte più fine di quello umano e zampe robuste dotate di artigli dalla presa d'acciaio. Soprattutto, aggiunge Leshem, usi trovano a loro agio con gli uomini: se non vengono minacciati, frequentano sia le aree urbane sia quelle agricole. E hanno un appetito insaziabile: ogni famiglia di barbagianni pub mangiare tra i duemila e i seimila roditori l'anno». Le idee viaggiano oltre confine e non c'è check-point che possa fermare il volo degli uccelli. A pochi anni dall'inizio del progetto, Leshem si accorse così che le nuove generazioni di barbagianni nate in Israele iniziavano a spostarsi in Giordania e nei Territori palestinesi con il rischio di finire ancora una volta avvelenate dai pesticidi. Il problema si trasformò in un'opportunità grazie all'incontro con Abu Rashid, un ex generale dell'esercito giordano, tra gli artefici della pace del 1994 con Israele. Rashid, affascinato dal progetto, iniziò a fare proseliti tra i contadini arabi e Leshem capì che i barbagianni potevano diventare ambasciatori di pace. Non senza qualche iniziale difficoltà: «Per alcuni musulmani (ma lo stesso vale in altre culture) i barbagianni sono portatori di malaugurio. E poi questi rapaci spaventano le persone perché volano di notte come fantasmi». Ma i pregiudizi sono stati superati e il progetto sperimentato in un piccolo kibbutz è diventato un programma di cooperazione transfrontaliera che ha unito agricoltori, ricercatori, organizzazioni governative e senza scopo di lucro di Israele. Giordania e Territori palestinesi. Nulla però sarebbe stato possibile senza la Svizzera, partner del progetto dal 2009. «Il mio Paese ha un ruolo neutrale di mediazione e si impegna a ottenere i finanziamenti necessari per portare avanti il lavoro sul campo e organizzare i progetti di educazione nelle scuole, nonché i meeting per far incontrare le diverse comunità» ci dice Alexandre Roulin, dell'Università di Losanna, un super-esperto di barbagianni, che li studia da quasi trent'anni. Oggi anche la Giordania e i Territori palestinesi hanno i loro nidi, 520 in tutto, e gli agricoltori che hanno scommesso sui rapaci hanno visto incrementare la loro produzione del 20 per cento. Per Roulin il progetto é anche un'opportunità di ricerca. «Ho scoperto che i piccoli barbagianni negoziano vocalmente per il cibo invece di farsi la guerra, il che è piuttosto inusuale per un predatore. Inoltre, altro comportamento bizzarro per un rapace, si nutrono gli uni con gli altri e si lisciano le piume a vicenda».

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