I mercanti del Tempio
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)
http://www.jforum.fr/les-marchands-du-temple-par-michele-mazel.html
Francesco Patton, Custode di Terra Santa, ha dichiarato:
la misura presa da Israele ricorda “le misure simili promulgate contro gli ebrei in Europa in tempi bui”.
La questione della tassazione sulle proprietà della Chiesa Cattolica è un problema spinoso in tutto il mondo. Se di norma i luoghi di culto non sono soggetti ad alcuna imposta, ciò non vale quando si tratta dello sfruttamento commerciale di beni immobili ed in particolare, di ristoranti e alberghi attivi all’interno di edifici che appartengono a questa o a quella chiesa. Di solito sono i Comuni che, desiderosi di beneficiare delle imposte sui beni immobili, si espongono in prima fila. E così la municipalità di Gerusalemme, sempre a corto di denaro, ha affrontato il problema. Da diversi anni i commercianti si lamentano, a loro avviso, di concorrenza sleale da parte, in particolare, di ristoranti di successo e di hotel che sono di proprietà della Chiesa Cattolica e che non solo non pagano imposte sul reddito, la tassa sulla TV, ma neppure l’imposta sui beni immobili. Uno di questi è il “Monastero di Notre Dame”, situato di fronte alla Porta Nuova nella Città Vecchia. Con camere rinnovate, parcheggio e non meno di quattro ristoranti, questo centro peraltro molto gradevole, “accoglie i pellegrini di ogni religione che desiderano visitare la città santa”. Perché questo hotel, come altri, dovrebbe essere esentato dal pagare le tasse sui beni immobili? Nir Barkat, sindaco di Gerusalemme, ha preso la decisione di imporre la suddetta imposta senza preoccuparsi di consultare il governo. E’ stata un’idea infelice. Le diverse chiese di Gerusalemme, di tutte le confessioni, hanno deciso per la prima volta nella storia, di affrontare unite il nemico comune. Era nel loro diritto. Il Custode di Terra Santa, il padre francescano Francesco Patton, corre ai ripari in nome delle chiese cristiane, e con una lunga invettiva accusa in particolare, senza alcuna giustificazione, le autorità israeliane “di non accettare la loro presenza in Terra Santa”. E’ curioso che una parte della sua tirata sia stata omessa dalla maggior parte della stampa europea. Il religioso non ha esitato, di fatto, a dichiarare che la misura presa da Israele ricorda “le misure simili promulgate contro gli ebrei in Europa in tempi bui”. Questa dichiarazione è quella sostenuta con vigore dal Vaticano. Proprio così. Nel 2018 una rispettabile personalità religiosa si permette di evocare il destino degli ebrei perseguitati per mostrare il pericolo che corrono le chiese per l’imposizione di una tassa. Verrebbe voglia di rinfacciare a questo eminente prelato, il silenzio della sua chiesa durante quei cosiddetti tempi bui. D’altro canto, era necessario ricorrere a questo linguaggio oltraggioso per giustificare l’ingiustificabile. Il fratello Patton ha ordinato la chiusura del Santo Sepolcro. Si tratta del luogo più sacro della cristianità, che ogni anno accoglie più di un milione di visitatori. Ai pellegrini disorientati nel trovare la porta chiusa, viene spiegato che è stato necessario farlo per attirare l’attenzione del mondo sulla minaccia che grava sul luogo. Una minaccia di pura fantasia perché la decisione del Comune era stata presa esclusivamente ed espressamente nei confronti di proprietà che non servono come luoghi di culto. Alla fine il Primo Ministro israeliano ha deciso di calmare le acque, chiedendo al Sindaco di sospendere la misura e di annunciare l’apertura di negoziati. Una proposta accolta all’unanimità. Speriamo che si trovi un’equa soluzione. Eppure questo episodio lascia un sapore amaro in bocca. L’uso cinico che si è fatto di questa chiesa vecchia di 17 secoli, per una mera questione materiale, rivela impietosamente l’ostilità delle autorità religiose cristiane nei confronti dello Stato ebraico. Come si fa a non pensare a quel Gesù Cristo di Nazareth in nome del quale esse agiscono, a lui, che non aveva esitato di cacciare i mercanti dal Tempio?
Michelle Mazel, scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. I suoi commenti escono su JForum online