Gentilissima Signora Fait,
le ragioni della decisione delle Chiese di chiudere la Basilica del Santo Sepolcro sono (stando agli articoli pubblicati ieri su Arutz Sheva, Jerusalem Post e Ynetnews) più complesse e gravi di quanto si desume dal Suo articolo di oggi su IC. Non si tratta di arroganza, ma (per un profilo) del diritto di proprietà e (per entrambi) di sopravvivenza di istituzioni (non solo chiese, monasteri, seminari per la formazione del clero, ma scuole, ospedali, ostelli, case di riposo, organizzazioni caritative per i poveri, ecc.) essenziali per mantenere viva e vitale nel tempo una comunità cristiana. 1. Le ragioni della protesta sono due: la decisione della Municipalità di Gerusalemme di esigere il pagamento di tasse arretrate (con tanto di “seizure” di conti correnti e beni ecclesiastici: non so se, nel contesto, significhi ‘pignoramento’ o ‘sequestro’) ed il disegno di legge, in discussione alla Knesset, che permetterebbe allo Stato di espropriare le terre ecclesiastiche vendute a privati (non sono riuscita a capire se solo a costruttori e società immobiliari o a qualunque privato). 2. Per quanto riguarda le tasse, le Chiese invocano obblighi internazionali dello Stato di Israele (dal punto di vista del diritto internazionale, non importa se ‘ereditati’ dall’Impero ottomano o dal Mandato britannico o assunti direttamente) di cui anche il Sindaco di Gerusalemme riconosce l’esistenza, tanto che ha detto che da molto tempo il Governo chiedeva al Municipio di non esigere tali tasse e che, se lo Stato vuole mantenere i suoi impegni internazionali, deve versare l’equivalente alle casse del Comune, che, secondo un parere legale ottenuto di recente, non sarebbe vincolato dai trattati internazionali. 3. In concreto, i beni ecclesiastici non comprendono solo chiese e monasteri da un lato e locali ad uso commerciale dall’altro, ma anche scuole, ospedali, ostelli, case date in affitto a canone simbolico a fedeli poveri (per evitare che lascino Gerusalemme per località più economiche): tutte strutture che, in media, costano più di quanto incassino, avendo la primaria finalità di servire le comunità cristiane, cosicché il guadagno tratto dalle proprietà ad uso commerciale serve a ripianarne i debiti. (Nel caso delle scuole, ho letto negli ultimi due anni che vi sono anche limiti posti alle rette dallo Stato, che, negli ultimi anni, ha anche drasticamente ridotto i fondi destinati alle scuole non statali diverse da quelle religiose ebraiche). 4. Per quanto riguarda la Chiesa Cattolica, da più di vent’anni sono in corso le trattative per l’accordo tra Stato di Israele e Santa Sede sul trattamento fiscale dei beni ecclesiastici, previsto dall’Accordo Fondamentale del 1993. 5. Altrettanto seria è la questione del disegno di legge, che prevede l’espropriazione in favore dello Stato delle terre di proprietà delle Chiese che vengano o siano già state vendute a partire da una decina di anni fa a privati costruttori (od a privati in generale, non è del tutto chiaro dagli articoli letti negli ultimi mesi), perché – anche se prevede un indennizzo per i compratori, non è chiaro se solo per quelli che hanno già comprato o anche per il futuro – è evidente che renderebbe di fatto molto difficile, se non impossibile, per le Chiese vendere le terre di loro proprietà. Il che è a volte, ad esempio per la Chiesa greco-ortodossa, l’unico mezzo a disposizione per procurarsi i mezzi per mantenere le istituzioni (chiese, monasteri, seminari, scuole) essenziali per l’attività pastorale, al contempo cessando di sobbarcarsi gli oneri inerenti a terre che possono non avere più interesse ed utilità concreta per le Chiese. La situazione è molto complessa, perché alcune di queste terre sono state in passato affittate per 90 o 100 anni ad enti pubblici, che vi hanno costruito interi quartieri residenziali, sicché si pone il problema della sorte dei proprietari delle abitazioni alla scadenza dell’affitto (non so come il diritto israeliano regoli una situazione del genere o se si era dato per scontato che le Chiese avrebbero rinnovato i contratti di affitto con gli enti pubblici senza fine). Però si tratta di una limitazione gravissima del diritto di proprietà (di cui è parte essenziale la facoltà di vendere, e non solo allo Stato, che, a quel punto, potrebbe dettarne a piacere il prezzo) e, se riguarda solo le terre di proprietà ecclesiastica, anche di una discriminazione altrettanto grave.
Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca
Gentile Signora Ferramosca,
Per quanto riguarda le tasse richieste dal sindaco Barkat, mi pare sia chiaro che la municipalità di Gerusalemme chiede siano pagate sugli esercizi che procurano guadagno. Personalmente trovo assurdo che le varie Chiese cristiane facciano una tale grancassa mediatica su una normale e onesta richiesta amministrativa. Le parole di Nir Barkat sono chiare " Perchè mai l'Hotel Mamila deve pagare le tasse comunali e l'Hotel Notre Dame, che è proprio di fronte, ne è esente?" Lei scrive che i guadagani servono a ripianare i debiti, sono d'accordo ma vi sono anche delle leggi da rispettare per evitare l'anarchia amministrativa. Le scuole ricevono le rette oltre ai fondi statali anche se ridotti, gli esercizi come alberghi, ostelli e tutte le attività commerciali hanno degli introiti quindi perchè pretendere dei privilegi che nessun altro ha? E perchè le Chiese Madri ortodosse e il Vaticano non aiutano i loro fratelli in Israele? Non credo manchino i soldi, anzi penso ve ne siano a sufficienza sia in Vaticano che nelle Chiese ortodosse russe o greche. Le chiese, i monasteri e i luoghi sacri, pur occupando terreni immensi, sono completamente esenti dalle imposte comunali. Se non ricordo male anche il governo italiano aveva chiesto al Vaticano il pagamento di tasse sui beni esistenti sul territorio nazionale ma, dopo le solite proteste, tutto è stato annullato, almeno per il momento. Questo però mi fa capire che pretendere l'imposta su beni che creano guadagno non sia proprio campata in aria. Mi perdoni ma poprio non capisco il motivo di tutti questi privilegi che la Chiesa di Roma come quelle ortodosse pretendono di avere e mi rifiuto di comprendere come siano arrivati addirittura a chiudere il Santo Sepolcro lasciando fuori centinaia di turisti cristiani probabilmente venuti da ogni parte del mondo apposta per visitare la tomba di Gesù. L'ho trovata una cattiveria inutile nei confronti dei propri fedeli. Per quanto riguarda le proprietà delle Chiese vendute a privati o a enti ne so quanto lei, però chi ha venduto lo ha fatto di sua volontà senza preoccuparsi di chi le occupa o vi abita. Israele applicherà la legge come fa sempre cercando di limitare i danni per i privati cittadini di fede cristiana dei quali le Chiese Madri non sembrano preoccuparsi troppo. Le dichiarazioni del Custode di Terra santa, Francesco Patton, riportate dall'Osservatore Romano, sono scandalose e rivelano l'odio antico degli ecclesiastici per il popolo ebraico oltre alla non conoscenza della legge in discussione alla Knesset.
La saluto cordialmente.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=29&sez=120&id=69655